Le storie di beneficiari del reddito di cittadinanza scoperti a lavorare in nero hanno fatto sorgere il dubbio in chi percepisce il sussidio in merito ai controlli che implicitamente si accettano quando si fa domanda per ricevere la prestazione.

Reddito di Cittadinanza: i beneficiari sono soggetti a controlli sul conto?

Quando si fa domanda per il Reddito di Cittadinanza, si deve fornire l’IBAN del conto per l’accredito del sussidio economico. Il dubbio è se le Entrate possano o meno accedere, anche senza autorizzazione o preavviso, al suddetto conto corrente per effettuare i dovuti controlli sulle entrate e verificare il diritto al reddito di cittadinanza.

Ricordiamo, a tal proposito, che i requisiti devono sussistere ovviamente al momento della domanda ma anche permanere durante tutto il periodo di erogazione. Chi percepisce il reddito di cittadinanza è tenuto a comunicare all’Inps qualsiasi variazione di reddito, lavorativa o della composizione del nucleo familiare che possa incidere sul diritto al sussidio. Il discorso della possibilità di accesso e di controllo non vale solo per il conto corrente ma in senso lato per conti deposito, carta di credito, cassette di sicurezza, libretti postali etc.

Tutti questi controlli non dipendono dall’autorizzazione del soggetto controllato e non prevedono preavviso quindi possono essere effettuati in qualsiasi momento. L’unica autorizzazione necessaria è quella del comando generale (per le ispezioni effettuate dalla Guardia di Finanza) e del direttore generale per le verifiche dell’Agenzia delle Entrate.

Resta da capire inoltre se i suddetti controlli vengono effettuati a campione quindi in modalità random oppure se c’è un criterio e se ci sono degli eventi che danno adito a legittimi sospetti, presupposto delle verifiche.

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