Dal prossimo anno Quota 103 sarà sostituita da Quota 104 e per andare in pensione servirà un anno in più sulla carta d’identità. La misura del pensionamento anticipato con 41 anni di contributi sarà quindi prorogata, come nelle intenzioni del governo Meloni e in assenza di una riforma strutturale del sistema pensionistico.

Viene quindi mantenuto il requisito contributivo che è già molto alto, mentre è innalzato di 1 anno quello anagrafico. Un passaggio che rispecchia non da lontano quanto già fatto dal governo Conte col passaggio da Quota 100 a Quota 102 quando tre anni fa si decise di mantenere fermo il requisito contributivo a 38 anni, ma si innalzò quello anagrafico da 62 a 64 anni di età.

Quota 104, la pensione anticipata cambia volto

Detto questo, come si andrà in pensione il prossimo anno? Se sulla carta poco sembra cambiare da Quota 103 a Quota 104, l’incremento del requisito anagrafico di un anno, da 62 a 63 anni di età, non lascerà certo indifferenti i lavoratori con 61 anni e che già assaporavano la possibilità di uscire dal lavoro fra pochi mesi.

In buona sostanza chi al 31 dicembre 2023 ha 41 anni di contributi e 61 di età, non potrà lasciare il lavoro nel 2024. Dovrà aspettare il 2025. A meno che possa rientrare nella possibilità di andare in pensione anticipata col solo requisito contributivo indipendentemente dall’età. Quindi con 41 anni e 10 mesi di contributi o 42 anni e 10 mesi se trattasi di maschi.

A essere coinvolti saranno soprattutto i nati nel 1960 e 1961, i primi nati della generazione dei baby boomers. Per costoro Quota 104 rappresenta uno step ulteriore verso l’avvicinamento alla pensione anticipata secondo i requisiti delle regole Fornero che prevedono il possesso di oltre 41 anni di contributi. E quindi una ulteriore restrizione rispetto a quanto previsto per Quota 103.

Chi potrà ancora andare in pensione con Quota 103

Ma attenzione. Nel 2024 si potrà ancora andare in pensione con Quota 103 (oltre che con Quota 104).

In base al principio della cristallizzazione del diritto alla pensione, i lavoratori che al 31 dicembre 2023 avranno raggiunto, ma non ancora esercitato, il diritto a uscire dal lavoro a 62 anni di età, potranno farlo successivamente. Così come avviene per tutte le forme pensionistiche che si tende a non considerare.

Unica eccezione è rappresentata da coloro che hanno scelto di restare al lavoro in cambio dell’incentivo economico (ex bonus Maroni). Costoro possono restare al lavoro fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia a 67 anni di età percependo sullo stipendio un aumento commisurato alla quota contributiva (9,19%) di loro competenza.

In ogni caso, chi opta per questa soluzione ha comunque il diritto di recedere dal contratto di lavoro in qualsiasi momento, previo accordo di preavviso con il datore di lavoro, e ricevere la pensione maturata con Quota 103 o accedere a quella con Quota 104 se ha i requisiti. Nessun obbligo è previsto di restare fino a 67 anni quando, comunque, il bonus cesserà di essere riconosciuto in maniera automatica.

Pensione anticipata a 63 anni non solo con Quota 104

In sintesi, quindi, la pensione anticipata per uomini e donne si alza di un altro anno di età. Dal 2024 si potrà uscire dal lavoro solo a 63 anni, sia per uomini che per donne, sia che si tratti di lavoro autonomo o dipendente. Salvo poche eccezioni.

Quota 104, che sarà introdotta con la legge di bilancio, coinciderà quindi con quanto previsto anche da Ape Sociale. Cioè la pensione anticipata a 63 anni di età, ma con meno contributi (da 30 a 36 anni a seconda dei casi). Ovviamente questa non è una vera e propria pensione ed è riconosciuta solo a coloro che si trovano in particolari situazioni di disagio o di svantaggio sociale. Nonché ai lavoratori gravosi.

Riassumendo…

  • Dal 2024 il requisito per la pensione anticipata salirà di 12 mesi (Quota 104).
  • Con l’introduzione di Quota 104 si assottiglia il divario con le pensioni anticipate Fornero.
  • Penalizzati i nati nel 1960 e 1961.
  • Anche con Ape Sociale si uscirà a 63 anni di età.