Scegliere tra quota 100 e pensione anticipata richiede anche un’analisi delle proprie intenzioni future. Cerchiamo di metterci nei panni di chi, avendo i requisiti per la pensione anticipata e per l’uscita con quota 100, si interroghi su quale domanda di pensionamento fare. Non esiste una soluzione più vantaggiosa a priori. 

Differenze tra pensione anticipata e Quota 100: i requisiti per l’accesso

Riepiloghiamo in primis brevemente le differenze nei requisiti tra le due forme di uscita anticipata.

Quota 100, introdotta lo scorso anno, consente l’uscita anticipata dal lavoro per chi ha compiuto almeno 62 anni e almeno 38 anni di contributi. L’età anagrafica minima deve essere di 62 anni.

La pensione anticipata invece in vigore dal 1° gennaio 2012 (anno a partire dal quale ha sostituito la precedente pensione di anzianità rimasta accessibile solo per chi rientra nella clausole di salvaguardia) prescinde dall’età anagrafica e permette di andare in pensione anche prima dei 60 anni se si possiede il montante contributivo.

L’anzianità contributiva prevede 42 anni e 10 mesi (un anno in meno per le donne).

Si può lavorare dopo la pensione?

La scelta, come anticipato, dipende (anche) da quello che si intende fare dopo. Chi pensa di continuare a lavorare dopo la pensione non dovrà propendere per la quota 100 perché è incompatibile con i redditi da lavoro fino al compimento dell’età per la pensione di vecchiaia ordinaria (bloccata a 67 anni fino al 31 dicembre 2022).

Può essere, invece, più vantaggiosa rispetto alla pensione anticipata precoci per chi desidera svolgere l’attività come lavoratore autonomo occasionale, entro il tetto annuo concesso. Infine ricordiamo che chi intende cumulare la contribuzione accreditata presso le casse professionali, ai fini del calcolo della pensione, non può accedere alla quota 100.

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