I fondi pensione sembrano diventati una necessità imprescindibile per figli e nipoti. Di fronte al continuo deterioramento del valore delle pensioni pubbliche, governi, banche, associazioni, sindacati spingono tutti insieme verso una unica direzione: la pensione integrativa privata. Con l’ausilio di sconti fiscali e bonus per chi sottoscrive piani di accumulo pensionistici destinanvi le quote del Tfr.

Ma siamo sicuri che questa sia la strada giusta? E soprattutto, che non vi siano altre soluzioni a quelle proposte dai fondi pensione? Ebbene, come abbiamo descritto in altri precedenti articoli, sono molti i fattori a cui bisogna guardare prima di sottoscrivere un fondo pensione partendo dai rischi che si corrono.

Tenersi stretto il Tfr, a volte è meglio. Anche per poi riservarsi, al momento del pensionamento, la possibilità di utilizzare il tesoretto accumulato negli anni per costruirsi una pensione integrativa fai da te.

Fondo pensione per figli o nipoti, cosa bisogna sapere prima di scegliere

In ogni caso, la risposta alla domanda se la pensione integrativa sia veramente necessaria per i giovani lavoratori dipende da una serie di fattori, tra cui:

  • l’importo della pensione pubblica che si prevede di ricevere. Ciò dipende da molti fattori, fra i quali il montante contributivo e l’età del lavoratore. Più tardi si accede alla pensione e maggiore sarà l’importo.
  • La rendita che è calcolata sulla base dei contributi versati e rivalutati. In particolare, i lavoratori autonomi e i lavoratori con redditi bassi o discontinui possono aspettarsi una pensione pubblica molto bassa.
  • Il proprio stile di vita in pensione. Se si prevede di avere un tenore di vita elevato in pensione, sarà necessario accantonare una somma maggiore. Al contrario, se si prevede di vivere con un reddito più modesto, la necessità di una pensione integrativa sarà minore.
  • L’età di pensionamento. Se si prevede di andare in pensione in anticipo, sarà necessario accantonare una somma maggiore per compensare la minore durata della pensione.

In generale, si può dire che la pensione integrativa è sempre consigliabile, anche se non è indispensabile.

Essa può fornire un’importante fonte di reddito in pensione, e può contribuire a garantire un tenore di vita più elevato.

Pensione integrativa, come funziona

La pensione integrativa è notoriamente offerta da diversi fondi pensione, che possono essere aperti o chiusi. I fondi aperti sono accessibili a tutti i lavoratori, mentre i fondi chiusi sono riservati a categorie specifiche di lavoratori, come i dipendenti di una certa azienda o i dipendenti pubblici.

Per aderire a un fondo pensione, è necessario sottoscrivere apposito contratto di adesione e versare una quota mensile. La quota può essere prelevata direttamente dal datore di lavoro attingendo dal Tfr, oppure può essere versata dal lavoratore se trattasi di lavoro autonomo. I contributi versati a un fondo pensione sono deducibili dal reddito imponibile, fino a un limite massimo di 5.164,57 euro all’anno.

Al momento della pensione, la somma accantonata nel fondo può essere trasformata in una rendita vitalizia, oppure può essere prelevata in forma di capitale. L’importo della pensione integrativa che si riceverà dipenderà da una serie di fattori, tra cui:

  • L’importo dei contributi versati. Maggiore è l’importo dei contributi versati, maggiore sarà l’importo della pensione integrativa.
  • Il rendimento del fondo pensione. Il rendimento del fondo pensione può variare nel tempo, a seconda delle performance degli investimenti effettuati dal fondo.
  • L’età di pensionamento. Più si va in pensione in anticipo, minore sarà l’importo della pensione integrativa.

Quanto rendono 100 euro al mese in un fondo pensione

E veniamo a un esempio pratico. Quanto si prenderebbe di pensione integrativa versando 100 euro al mese in un fondo pensione? La risposta dipende da diversi fattori, tra cui l’età del lavoratore al momento dell’adesione al fondo pensione, il profilo di rischio scelto, la performance del fondo pensione e la durata dei versamenti.

In generale, si può stimare che versando 100 euro al mese per 35 anni, con un profilo di rischio medio e una performance del fondo pensione del 4% annuo, si possa ottenere una rendita mensile di circa 400 euro.

Ad esempio, un lavoratore di 35 anni che inizia a versare 100 euro al mese in un fondo pensione con un profilo di rischio medio, arriverebbe a 70 anni con un capitale di circa 100.000 euro. Se il fondo pensione avesse una performance del 4% annuo, il lavoratore potrebbe ottenere una rendita mensile di circa 400 euro, che sarebbe pari al 40% del suo ultimo reddito. Naturalmente, questa è solo una stima e la cifra effettiva della rendita può variare a seconda dei fattori sopra menzionati.

Riassumendo…

  • La pensione integrativa attraverso i fondi pensione non sempre è indispensabile.
  • Necessario sapere e analizzare le prospettive future prima di sottoscrivere un fondo pensione.
  • I contributi versati nei fondi pensione sono sempre deducibili dalle tasse.