Non basta un lavoratore per pagare una pensione. Ne servono uno e mezzo. In altre parole, per sostenere il costo previdenziale in Italia servono 15 lavoratori ogni 10 pensionati. Rapporto che non è assoluto, ma variabile in base agli obblighi di assicurazione pubblica in relazione alla longevità delle persone e al periodo storico.

In passato questo rapporto era più basso, anche perché i fondi previdenziali pubblici abbondavano di disponibilità economiche. Data la giovane età della popolazione, erano più le persone che lavoravano di quelle che andavano in pensione e di conseguenza c’erano più soldi di quelli che servivano per pagare le pensioni.

Le gestioni erano relativamente nuove e non tutti i lavoratori erano assicurati alla previdenza come lo sono oggi.

Per mantenere un pensionato servono 1,5 lavoratori

Premesso questo, vediamo come questo equilibrio rischia di compromettere oggi la tenuta dei conti pubblici. Di base c’è da considerare che la popolazione è più longeva rispetto al passato e allo stesso tempo necessita di maggiore assistenza previdenziale. Costi che finiscono inevitabilmente per pesare sulla quota contributiva dei lavoratori attivi.

Oggi, infatti, non basta più il contributo di un singolo lavoratore per mantenere un pensionato. Ne servono 1,5. Più esattamente – secondo i calcoli ufficiali – 1,46. Nel novero delle spese per l’assistenza non c’è solo la pensione ovviamente. Compaiono anche tutte quelle voci che ricadono nella quota IVS (invalidità, vecchiaia e superstiti) e nelle trattenute Irpef con le quali si finanzia anche l’assistenza (assegni sociali, social card, integrazioni al minimo, quattordicesime, ecc.).

Rispetto al passato, quindi, è necessario un maggior contributo economico per mantenere un pensionato in Italia. Cosa che non può ricadere solo sul singolo lavoratore che già paga aliquote elevate all’Inps, ma sull’intera collettività. Anche perché se mancano i contributori, cioè la gente che lavora, lo Stato dovrà prendere i soldi dalla collettività con maggiori imposte per tutti (come già avviene).

Non si scappa.

Pensioni e denatalità

Ad aggravare il rapporto fra lavoratori e pensionati non è tanto il numero di questi ultimi che tende ad aumentare, ma quello dei lavoratori che diminuisce. Alla base di tutto c’è un endemico calo delle nascite che affligge di nostro Paese da almeno 14 anni. Solo nel 2022, secondo l’Istat, si sono registrate meno di 400 mila nascite. Solo all’inizio del secolo ce n’erano 600 mila e negli anni 60-70 un milione all’anno. Cifre che la dicono tutta sul depauperamento sociale in corso.

E l’apporto dell’immigrazione non è sufficiente a compensare la differenza. In più si sta per andare incontro a una storica quando anomala ondata di pensionamenti: fra qualche anno cominceranno a uscire i baby boomer, cioè i figli del boom economico degli anni 60-70 al ritmo di 1.000 al giorno.

Una ondata che difficilmente potrà essere arginata con nuovi tagli alle pensioni anticipate. Serviranno interventi più energici sui sistemi di pagamento. Interventi costituiti da tagli profondi agli assegni e ai privilegi. Ma anche e soprattutto all’assistenza che pesa per oltre un terzo del budget totale nazionale e rappresenta quasi il 10% del Pil.

Un equilibrio difficile da raggiungere

Separare l’assistenza dalla previdenza, come diceva qualcuno, non risolverà il problema. Come dicono gli esperti, bisogna tornare a fare figli e soprattutto bisogna smetterla con le pensioni anticipate. Chi ci vorrà andare deve accettare un taglio. E forse non basterà nemmeno quello.

Nel giro di vent’anni, se il calo demografico non si arresta, il rapporto fra lavoratori e pensionati tenderà a essere pari. Il che comporterà per forza di cose la non sostenibilità del sistema pensionistico. Già l’Inps prevede uno scenario negativo da qui al 2029 con un patrimonio negativo di 90 miliardi di euro.

Riassumendo…

  • Per stare in equilibrio, ogni pensionato ha bisogno di 1,5 lavoratori.
  • Mancano figli e il crollo delle nascite non è compensato dall’immigrazione.
  • Fra pochi anni ci saranno 1.000 pensionamenti al giorno.
  • La spesa assistenziale è il vero peso per una popolazione sempre più longeva.