I requisiti necessari per ottenere la pensione non sono solo quelli anagrafici, ma anche contributivi. In alcuni casi si può guardare solo a questi ultimi a prescindere dall’età.

Certo, nella giungla italiana delle pensioni è difficile sapere con precisione quali sono le regole e quali le deroghe. Ogni anno ci sono delle novità alle quali faticano anche i consulenti e gli esperti di previdenza a star dietro.

In pensione con 20 anni di contributi

Ma vediamo di spiegare bene quanti contributi servono per andare in pensione nel 2022.

Per il pensionamento di vecchiaia bastano 20 anni di versamenti, ma bisogna attendere di aver compiuto i 67 anni di età per avere diritto alla rendita.

Si può andare in pensione anche a 64 anni, ma solo se i 20 anni di contributi sono stati versati dopo il 1995 e l’importo della prestazione non risulti inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale.

In alternativa, per gli uomini, si può accedere alla pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi indipendentemente dall’età. Per le donne bastano 41 anni e 10 mesi di lavoro.

I lavoratori precoci di entrambi i sessi possono andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età. Bisogna però aver lavorato almeno 12 mesi prima del compimento dei 19 anni di età.

Le uscite anticipate

Le pensioni anticipate, cioè quelle varate in deroga alle leggi del pensionamento ordinario meritano un discorso a parte. Occorre rispettare un combinato preciso fra contributi versati ed età anagrafica.

Così, per quota 102 servono 38 anni di contributi e 64 anni di età per ottenere la rendita. Mentre per Opzione Donna bastano 35 anni di lavoro e 58 anni di età (59 per le lavoratrici autonome) per lasciare il lavoro in anticipo.

Stessa cosa per il personale militare e delle forze dell’ordine per i quali la pensione di anzianità scatta dopo 35 anni di servizio a patto che si abbia raggiunto i 58 anni di età.

In ultimo c’è Ape Sociale che prevede uscite anticipate in base ai contributi versati legate, sia all’età anagrafica che a particolari condizioni di disagio sociale. Il limite contributivo è di 30 anni per disoccupati, caregiver, invalidi civili, mentre sale a 36 per i lavoratori gravosi (32 per ceramisti ed edili).