L’Inps sta calcolando ed elaborando i pagamenti delle prossime pensioni di febbraio. Con il secondo rateo 2023 saranno anche corrisposti gli aumenti in base alle rivalutazioni stabilite dalla legge di bilancio in base agli importi spettanti.

La data bancabile è il 1 febbraio 2023. Sicché i pensionati potranno godere la tanta agognata rivalutazione (+7,3%), anche se per molti sarà limitata in base alle fasce di reddito. Con il cedolino numero 2 del 2023 saranno anche corrisposti gli arretrati del mese di gennaio non ancora pagati.

Pensione di febbraio con rivalutazione

Da ricordare che gli incrementi pari al 7,3% sono corrisposti al loro degli anticipi già erogati nel 2022 in base a quanto previsto dal decreto Aiuti bis.

Nei mesi di ottobre, novembre e dicembre è stato anticipato il 2% previsto per la perequazione automatica 2023 per tutti i pensionati con redditi non superiori a 35mila euro.

Pertanto la rivalutazione finale 2023, per i pensionati che hanno già percepito l’acconto, sarà leggermente inferiore al 7,3% calcolato. Inoltre, gli aumenti sono di natura provvisoria in quanto il dato del Mef non è definitivo.

Per chi percepisce la pensione in contanti presso gli uffici postali il calendario sarà il seguente in base alle inziali del proprio cognome:

  • mercoledì 1 febbraio per i cognomi dalla A alla C;
  • giovedì 2 febbraio per i cognomi dalla D alla K;
  • venerdì 3 febbraio per i cognomi dalla L alla P;
  • sabato 4 febbraio per i cognomi dalla Q alla Z.

A gennaio già pagate le rivalutazioni

Da ricordare che a gennaio l’Inps ha già corrisposto gli aumenti 2023, ma solo fino a 2.101,52 euro di importo lordo di pensione. Per cui, chi rientra in questa fascia non vedrà ulteriori aumenti a febbraio perché i loro assegni sono già stati rivalutati pienamente. A spiegarlo è l’Inps con la circolare n. 135 del 22 dicembre 2022 recependo le disposizioni del Mef dello scorso mese di novembre.

Chi, invece, percepisce importi di pensione superiori si vedrà accreditare la differenza e i relativi adeguamenti previsti, compresi gli arretrati del mese di gennaio.

Da non dimenticare che le nuove fasce reddituali prevedono una rivalutazione piena degli assegni sono fino a 4 volte l’importo del trattamento minimo di pensione, secondo le schema seguente:

  • 100% fino a 4 volte il trattamento minimo
  • 85% da 4 a 5 volte il trattamento minimo
  • 53% da 5 a 6 volte il trattamento minimo
  • 47% da 6 a 8 volte il trattamento minimo
  • 37% da 8 a 10 volte il trattamento minimo
  • 32% oltre le 10 volte il trattamento minimo

Nel frattempo è sempre possibile consultare il primo rateo di pensione 2023 accedendo al cedolino di gennaio. Da lì si può già capire chi ha percepito gli aumenti e chi li deve ancora prendere.