Quota 103 proseguirà la sua corsa anche nel 2024. Le pensioni anticipate a 62 anni di età con 41 di contributi non sono state cancellate dal governo. Anzi, le ha riproposte per altri 12 mesi in alternativa a Quota 104 che avrebbe dovuto fare il suo esordio dal 1 gennaio. Ma non senza cambiamenti e tagli importanti.

Così, le proteste dei sindacati per Quota 104 sono state accolte dal governo Meloni, in cambio dell’introduzione di alcune restrizioni per Quota 103. Come il ricalcolo contributivo della pensione anticipata, il limite massimo erogabile di rendita mensile e i tempi di attesa dalla liquidazione prima del pagamento della prestazione (finestra mobile).

Uomini e donne in pensione con Quota 103

Ciò premesso, Quota 103 non risulterà più conveniente per i lavoratori, al punto che i sindacati stimano per il 2024 pochissime uscite. Come anche previsto dalle simulazioni di calcolo della pensione. Vediamo perché. Innanzitutto, bisogna dire che il requisito minimo contributivo richiesto si avvicina molto a quanto previsto dalle regole Fornero per la pensione anticipata. E cioè, 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, a prescindere dall’età anagrafica.

Questo fa sì che il requisito dei 41 anni di contributi, unito alle penalizzazioni della nuova versione di Quota 103, disincentivi l’uscita anticipata dei lavoratori. Più per le donne che per gli uomini. Con pochi mesi in più di lavoro, infatti, si evitano i tagli previsti dalla riforma al punto che non vale più la pena optare per questo tipo di pensione anticipata dal 2024.

Più precisamente, a un uomo che raggiunge la soglia anagrafica contributiva minima richiesta il prossimo anno converrà lavorare 22 mesi in più prima di andare in pensione. A una donna basteranno, invece, 10 mesi di lavoro ancora, senza troppe preoccupazioni di dover sopportare dolorosi tagli e rinunce.

Tempi di attesa più lunghi (finestra mobile)

Al netto dei tempi di attesa previsti dalle nuove finestre mobili per Quota 103, poi, i tempi si accorciano ulteriormente.

La legge di bilancio ha infatti previsto per Quota 103 le seguenti finestre di uscita:

  • lavoratori privati: 7 mesi di attesa;
  • dipendenti pubblici: 9 mesi di attesa.

Questo significa che un lavoratore dovrà attendere fino a 9 mesi dalla maturazione dei requisiti per Quota 103 prima di godere della pensione che gli spetta. Mentre la decorrenza della pensione anticipata con i soli requisiti contributivi di cui sopra sarà dopo 3 mesi per i lavoratori privati e 6 mesi per quelli pubblici.

Insomma, al netto dei tempi di attesa previsti dalle nuove finestre mobili, il lasso di tempo per andare in pensione si accorcia ulteriormente. Più per le donne che per gli uomini, il cui traguardo risulta inferiore a 12 mesi.

Lavoratori dipendenti e autonomi, pensione con Quota 103

Un ulteriore distinguo va fatto per i lavoratori dipendenti e autonomi. Posto che entrambi maturano il diritto a Quota 103 l’anno prossimo, per i primi scatta anche il diritto a fruire dell’incentivo economico (ex bonus Maroni) rinunciando alla pensione, mentre per gli altri no. E anche qui il vantaggio è maggiore per le donne.

Questo significa che restare al lavoro qualche mesi in più attendendo di maturare i requisiti per la pensione anticipata sarà ancora più conveniente. I dipendenti potranno infatti beneficiare, a richiesta, dello sgravio della quota contributiva a loro carico con riconoscimento dell’importo direttamente in busta paga. Ne deriverà uno stipendio più alto.

Riassumendo…

  • Dal 2024 Quota 103 sarà più penalizzante per i lavoratori che vogliono uscire a 62 anni.
  • La soglia contributiva minima per le donne è molto vicina ai requisiti per la pensione anticipata.
  • Finestre mobili più lunghe con la nuova versione di Quota 103.
  • Per i dipendenti c’è anche l’incentivo economico (ex bonus Maroni).