Si sta registrando in questi tempi una sorta di corsa al prelievo di soldi dal conto. Le cifre lo confermano: i motivi che possiamo ipotizzare sono sostanzialmente due: senso di sicurezza nell’avere liquidità immediata per le spese urgenti e timore di una patrimoniale o prelievo forzoso dal conto. Quali rischi si corrono? Il titolare del conto può essere segnalato? 

Corsa al prelievo di contante dai conti corrente: perché la liquidità conferisce maggiore sicurezza?

Non è solo un’impressione: i dati raccolti della Banca Centrale Europa dall’agenzia Bloomberg fanno registrare un record nel prelievo di contante simile a quello che, non a caso, era emerso nel periodo di Natale: “il forte aumento nella domanda settimanale di contanti – spiegano gli esperti della Bce – è in gran parte spiegabile con il fatto che le persone spendono più nei supermercati e nei negozi a causa dell’incertezza legata alla pandemia di coronavirus. La domanda di denaro nella settimana è stata simile alla domanda nella settimana di Natale“.

I contanti in circolazione nell’Eurozona la scorsa settimana sono aumentati di 19 miliardi di euro rispetto a quella precedente. Dunque non si tratta di una tendenza esclusivamente italiana.

Siamo, a ben vedere, di fronte all’aumento di richiesta di liquidità più significativo di prelievo di contante dall’ottobre del 2008 (all’epoca a spingere a dotarsi di cash fu la paura per il rischio fallimenti bancari in seguito al crac di Lehman Brothers). Oggi invece i timori sono due: quello che le scorte alimentari finiscano (sebbene più volte smentito) e quello di un prelievo forzoso sui conti o patrimoniale (anche se il governo ha chiarito che non è all’orizzonte come misura).

Prelievo dal proprio conto corrente: quando si rischia la segnalazione

In linea di massima ognuno è libero di prelevare dal proprio conto. Resta cruciale saper dimostrare come vengono spesi i soldi.

Se un’azienda supera il limite di soglia giornaliero o mensile può essere segnalato all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF). Qualora non si riesca a dimostrare la legalità del prelievo, i contribuenti potrebbero subire una tassazione maggiorata (che sarebbe considerato fiscalmente alla stregua di un ricavo). Nei casi più gravi si rischia anche l’imputazione per presunta attività illecita o in nero trattandosi di illecito tributario. Tendenzialmente i privati non sono soggetti a controlli sul proprio conto: tuttavia ripetuti prelievi di piccole somme potrebbero risultare sospetti.

Chiudiamo ricordando che avere troppa liquidità in casa può essere rischioso anche per eventuali furti oltre a segnalare che le banconote possono essere veicolo di trasmissione del Covid-19.