Fine della cuccagna per gli italiani che si trasferiscono in Portogallo per beneficiare delle esenzioni fiscali sulla pensione. Dal prossimo anno lo Stato smetterà di concedere agevolazioni agli stranieri che si trasferiscono a vivere in terra lusitana con la loro pensione. L’annuncio arriva direttamente dal premier Antonio Costa che chiude con un esperimento divenuto in pochi anni impopolare.

Non solo. Ultimamente il fenomeno migratorio dei pensionati stranieri è andato scemando. Complice la concorrenza di altri Paesi come Grecia, Cipro, Albania, Tunisia, Bulgaria, che sono stati capaci di attirare meglio i facoltosi pensionati europei con tasse e costo della vita più bassi.

Ma tant’è, dal 2024 il Portogallo non sarà più un paradiso fiscale.

La flat tax portoghese sulle pensioni straniere

Ma in cosa consistono le agevolazioni fiscali portoghesi? La riforma fiscale introdotta nel 2019 inizialmente prevedeva esenzione totale dalle imposte per i pensionati stranieri, quindi anche italiani, che avrebbero trasferito la loro residenza in Portogallo per 10 anni. Dopo un breve periodo e visto il boom di trasferimenti, l’imposta è stata innalzata al 10% in misura fissa indipendentemente dall’importo della pensione.

La convenienza a trasferirsi in Portogallo per beneficiare di minori imposte sulla rendita pensionistica è stata quindi limitata ai redditi medio alti. Nel frattempo altri Paesi europei hanno adottato misure analoghe per attirare i pensionati sul loro territorio. Da qui il forte rallentamento di richieste di nuove residenze per pensionati stranieri e la decisione del governo Costa di riordinare il fisco come prima.

Dal 1 gennaio 2024, quindi, non ci saranno più bonus per i pensionati italiani che si trasferiscono in Portogallo. Restano tuttavia attive le agevolazioni per coloro che già si sono trasferiti o che lo faranno entro il 31 dicembre 2023. Ma non è detto che l’aliquota possa cambiare anche per loro. Dipenderà dalla cosa deciderà il parlamento portoghese nella legge di bilancio.

Il trasferimento di residenza all’estero

Per i pensionati italiani che risiedono non abitualmente in Portogallo, il beneficio fiscale resta comunque legato al rispetto di determinati requisiti.

La residenza, certificata dall’iscrizione all’AIRE, di per sé non è sufficiente per dimostrare che l’italiano in pensione vive per almeno 6 mesi all’anno in Portogallo.

Bisogna dimostrare che per almeno 183 giorni all’anno non si vive in Italia e che gli intere4ssi abituali sono svolti fuori dai confini italiani. In altre parole non si può avere la residenza all’estero e poi continuare a vivere in Italia fruendo dei servizi del Paese di origine. Così capita che ogni tanto qualche pensionato venga pizzicato dalla Guardia di Finanza che controlla gli spostamenti dei contribuenti.

Di particolare evidenza il caso di un pensionato italiano che si era trasferito a Lisbona con una pensione di oltre 5.000 euro al mese e che era rientrato in Italia per curare una malattia con spese interamente a carico del Ssn. Dopo attente verifiche l’Agenzia delle Entrate ha presentato un conto da 74 mila euro al furbetto che risultava residente all’estero, ma di fatto viveva tutto l’anno in Italia. Con altrettanta denuncia penale e perdita della residenza abituale in Portogallo a seguito di comunicazione alle autorità fiscali portoghesi.

Riassumendo…

  • Dal 1 gennaio 2024, fine delle agevolazioni fiscali per i pensionati italiani che si trasferiscono in Portogallo
  • La flat tax del 10% sulle pensioni straniere non sarà rinnovata dal governo Costa.
  • Per beneficiare delle agevolazioni fiscali non basta l’iscrizione all’AIRE.
  • Per ottenere la residenza non abituale all’estero bisogna tagliare i ponti con l’Italia.