Architetti e Ingegneri sono spesso in contrasto fra loro per quanto riguarda la pensione percepita. Entrambe le categorie di professionisti sono assicurate presso Inarcassa, la Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza per gli Ingegneri e Architetti che svolgono la libera professione. Ma percepiscono pensioni nettamente diverse.

Si tenga presente che non esistono differenze o disparità di trattamento fra ingegneri e architetti. Tuttavia il loro livello di pensione differisce di molto a parità di requisiti. I primi percepiscono mediamente 30.000 euro all’anno, i secondi non arrivano a 20.000.

Come mai questa enorme differenza?

La pensione di vecchiaia di ingegneri e architetti

In buona sostanza la discrepanza deriva dalla differenza che scaturisce dal calcolo della pensione a valere sul montante contributivo. Come per la generalità dei lavoratori, anche per ingegneri e architetti sono applicate le stese regole della riforma Fornero del 2011, con piccolissime differenze.

La pensione di vecchiaia unificata (PVU), che dal 2012 ha sostituito le pensioni di vecchiaia, di anzianità e la previdenziale contributiva, si ottiene a 66,5 anni con almeno 35 di contributi versati in Inarcassa. Dette pensioni sono soggette a un calcolo pro-rata, basato sul metodo retributivo per il periodo antecedente al 2013 e contributivo per il periodo successivo al 2013.

Orbene, il sistema di calcolo retributivo è più vantaggioso rispetto a quello contributivo e fa salire l’importo della pensione dei “vecchi” professionisti rispetto a quelli che hanno iniziato di recente a lavorare. Ma al di là di ciò, vale la pena ricordare che l’importo della pensione è determinato anche in base all’età anagrafica: più tardi si va in pensione e più si prende.

Ingegneri in pensione con 2.300 euro al mese, architetti con 1.500

Tornando al discorso della differenza di trattamento fra ingegneri e architetti, questa è sostanzialmente riconducibile al reddito percepito durante l’attività lavorativa. Quello degli ingegneri è mediamente e notoriamente più alto rispetto a quello degli architetti.

Secondo i dati elaborati da Inarcassa, poi, negli ultimi anni vi è stato un graduale progresso. Si è passati dai 34.700 del 2020 ai 48.700 del 2023.

Anche il reddito degli architetti è aumentato negli ultimi tre anni, grazie soprattutto alle politiche legate ai superbonus edilizi, ma la loro base è più bassa rispetto a quella degli ingegneri. Il progresso negli ultimi tre anni è stato da 20.800 a 29.100 in media. In ogni caso si tratta di un +40%.

Questa differenza di reddito fra ingegneri e architetti è riscontrabile anche in passato. Ne deriva, quindi, che l’imponibile previdenziale sia più alto per gli uni rispetto agli altri. Il che si riflette anche sul livello di pensione. Per gli ingegneri si tratta mediamente di 2.300 euro al mese, mentre per gli architetti di 1.500 euro al mese per tredici mensilità.

La pensione di anzianità

Ma quelle appena esposte sono le migliori cifre che si possono spuntare in Italia come pensione ordinaria di vecchiaia. Accanto a quest’ultima esiste, infatti, anche la pensione di vecchiaia posticipata che si ottiene a 70 anni. Questo trattamento è riconosciuto per i professionisti iscritti a Inarcassa solo se non si possiedono i requisiti contributivi minimi (35 anni) e il calcolo è effettuato esclusivamente con il metodo contributivo.

Ne deriva che la pensione sarà più bassa di quanto prospettato finora coi trattamenti di vecchiaia ordinari. Ne saranno coinvolti in particolar modo i giovani ingegneri e architetti che in futuro non potranno certo sperare in pensioni elevate pur svolgendo una professione nobile e dignitosa che in alcuni Paesi esteri è ben più ricompensata che in Italia.

Riassumendo…

  • Ingegneri e architetti percepiscono pensioni molto diverse fra loro.
  • Entrambe le categorie di professionisti sono iscritte a Inarcassa con lo stesso trattamento.
  • La differenza di retribuzione determina anche l’importo della pensione.