In attesa di conoscere eventuali novità che interesseranno a breve il reddito di cittadinanza, sono diffusi da ANPAL gli ultimi dati in merito al tale misura di sostegno.

I risultati non sono di quelli sperati. La finalità del reddito di cittadinanza, ricordiamo, tanto voluto da M5S, è quella di dare un sostegno a chi è senza lavoro favorendo al tempo stesso, con politiche attive, la loro (ri)collocazione nel mondo lavorativo (il reddito di cittadinanza presuppone la firma del c.d. patto di lavoro per i beneficiari).

Ruolo fondamentale nel trovare lavoro ai percettori del reddito dovrebbe essere quello dei centri per l’impiego che in realtà hanno, fino, ad oggi, poco contribuito in tal senso (chi percepisce il reddito di cittadinanza è riuscito a trovare un impiego più grazie a conoscenti, parenti ed amici, che grazie all’intervento dei centri per l’impiego).

Gli ultimi dati sul reddito di cittadinanza

Dall’ultima analisi ANPAL, si evince che i percettori di reddito di cittadinanza tenuti alla sottoscrizione del patto per il lavoro sono circa 1 milioni e 150 mila.

Di questi, il 34,1% è stato preso in carico in quanto ha sottoscritto con il centro per l’impiego un patto per il lavoro o dispone di un patto di servizio in corso di validità. Si tratta di un valore assoluto pari a 392.292 persone, a cui se ne aggiungono 3.727 impegnate in tirocinio.

La maggiore presenza di beneficiari si rileva nel sud e nelle isole.

I paletti per i datori di lavori

In realtà la mancata riuscita del successo del reddito di cittadinanza (ossia dare impiego a chi lo percepisce) è legata anche ai paletti che i datori di lavoro devono affrontare nel caso in cui assumono.

E’ vero da un lato che il datore che assume un percettore del reddito di cittadinanza godrebbe di incentivi ed in particolare di uno sgravio contributivo per il lavoratore assunto, ma è anche vero dall’altro lato che lo stesso datore di lavoro trova delle condizioni da dover rispettare per godere del beneficio.

Ad esempio, è richiesto che il lavoratore deve essere assunto con contratto di lavoro indeterminato ed apprendistato. Inoltre le assunzioni devono portare ad un incremento occupazionale ed il lavoratore assunto non potrà essere licenziato prima di un determinato periodo di tempo.

Sono tutti paletti questi che potrebbero disincentivare, più che incentivare, le aziende ad assumere con conseguente ripercussioni negative sul successo del beneficio.

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