Fra poco più di un anno per andare in pensione di vecchiaia serviranno 67 anni e 3 mesi. La riforma Fornero ha introdotto la regola che aggancia l’età pensionabile alla speranza di vita. Quindi più si è longevi, più si allontana l’uscita dal lavoro.

Più esattamente, dal 2013 il requisito anagrafico è diventato variabile e non più fisso, legato alle aspettative sulla speranza di vita che vengono certificate dall’Istat annualmente. E negli ultimi sette anni l’età pensionabile è passata da 66 a 67 anni.

Per le pensioni anticipate, da 42 anni a 42 anni e 10 mesi (uno in meno per le donne). Ma cosa succede se le speranze di vita diminuiscono?

Speranza di vita in calo di 1,2 anni

In teoria il requisito anagrafico dovrebbe scendere, ma non è proprio così. L’Istat ha appena certificato che nel 2020 la speranza di vita degli italiani è calata di 1,2 anni a causa del covid. In alcune aree geografiche, come quella del bergamasco fortemente colpita dalla pandemia, è addirittura scesa di 4,3 anni.

La contrazione si raffronta con i dati del 2019 indicando per il 2020 una età media di 82 anni per gli uomini e 84,4 per le donne. Un dato che dovrebbe influire anche sui requisiti anagrafici di età ai fini pensionistici. Invece no, dal 2023 si andrà in pensione un po’ più tardi.

In realtà non si tratta di una errore, ma di una questione di complicatissimi calcoli che vengono recepiti a distanza di tempo. In buona sostanza, le variazioni negative sulle aspettative di vita incidono solo in maniera da bloccare l’aumento dell’età pensionabile ritardandone gli effetti. Ma senza andare a ritroso.

L’adeguamento all’età della pensione

Più precisamente,  in base alla normativa attuale, il prossimo incremento dell’età pensionabile legato alle speranze di vita è previsto nel 2023. Detto incremento sarà calcolato come media della differenza della speranza di vita a 65 anni del 2019 rispetto a quella del 2017 (dato già acquisito) e dell’analoga differenza del 2020 rispetto al 2018.

I recenti dati Istat mostrano una frenata della speranza di vita a 65 anni registrata nel 2020 a causa del covid. Ma nel 2021 la speranza di vita riprende a salire e, a partire dal prossimo anno, i dati precedenti e successivi a quelli del picco della pandemia torneranno sovrapponibili. Quindi l’effetto covid si annullerà.

In caso di decrementi nell’aspettativa di vita, quindi, non si procederà ad alcun adeguamento. Gli stessi verranno portati in diminuzione dagli eventuali incrementi che si dovessero registrare nei bienni successivi.