Le domande delle pensioni nella scuola per quest’anno sono 30.992. L’Inps ha da poco terminato il procedimento di verifica delle istanze pervenute lo scorso autunno ed entro fine febbraio, senza computare quelle dei dirigenti scolastici che andranno a sommarsi al resto del personale scolastico. Numeri che rientrano nella media annuale delle uscite preventivate dal Ministero dell’Istruzione.

Fra le varie tipologie di richiesta di pensioni nella scuola balzano all’attenzione quelle di uscita anticipata con Quota 103 e Quota 102 per coloro che non avevano ancora esercitato il diritto.

Seguono le richieste per Opzione Donna, Ape Sociale per lavoratori gravosi e per lavoratori precoci. Nonostante l’introduzione di restrizioni da parte del governo, il numero di cessazioni dal servizio non è diminuito – fanno notare i sindacati – poiché l’età media del personale è molto alta, più di 53 anni. Pertanto, più passano gli anni e più aumentano le richieste di pensione.

Pensioni scuola, in uscita più di 30mila dipendenti

In dettaglio dovrebbero lasciare il servizio il 31 agosto 2024 quasi 31 mila dipendenti del comparto scuola. La categoria più cospicua, circa due terzi del personale, è rappresentata dal corpo docente con 21.322 richieste di pensione nella scuola, così suddivise:

  • 231 per infanzia;
  • 683 per primaria;
  • 871 per la secondaria di I grado;
  • 536 per la secondaria di II grado;
  • 154 unità di personale ATA;
  • 459 docenti di religione e 57 educatori.

L’Inps fa sapere di aver completato l’iter di verifica che concede la certificazione al diritto alla pensione per la quasi totalità delle istanze presentate. Alcune sono ancora oggetto di verifica e circa 700 sono state rigettate o necessitano di ulteriori accertamenti. Ovviamente, in questo caso, il diritto alla pensione nella scuola non scatta e la cessazione dal servizio il 31 agosto viene meno o rimane sospesa da parte del Ministero dell’Istruzione.

Domande di pensione respinte: come fare ricorso

Fra i motivi di diniego comunicato dall’Inps, come ogni anno, vi sarebbero molti errori formali che i patronati imputano più che altro alla problemi tecnici informatici dell’Inps riconducibili alla mancata rispondenza fra dichiarazioni rese e riscontri contributivi o, in rari casi, alla perdita di dati trasmessi.

Cose a cui è, però, possibile rimediare.

In via bonaria, per coloro che si sono visti rigettare la certificazione al diritto di pensione scuola a settembre, è possibile presentare un semplice ricorso amministrativo. Come spiegato anche dall’Inps nelle relative comunicazioni inviate al lavoratore.

I patronati, che gestiscono la quasi totalità delle pratiche per conto del personale scolastico, suggeriscono di analizzare attentamente i motivi del rigetto verificando la posizione contributiva aggiornata. Una volta riscontrato il diritto alla pensione da parte dell’interessato è possibile presentare una semplice richiesta di riesame allegando la relativa documentazione comprovante il diritto alla pensione anticipata.

Fra i molti motivi di diniego al diritto alla pensione vi sarebbero però anche errori sostanziali. La mancanza dei requisiti contributivi, ad esempio, è uno dei più frequenti. Vuoi per mancanza di una settimana o di un mese, vuoi per mancato aggiornamento degli archivi presso il casellario centrale pensionati, l’Inps respinge la richiesta.

Questo succede in particolare per il personale scolastico che fa domanda di pensione anticipata con Opzione Donna, Ape Sociale e Quota 103. Il requisito contributivo in questi casi è fondamentale e se non risulta, le domande vengono scartate quasi in automatico. Lasciando quindi in capo al lavoratore l’onere della prova

Riassumendo…

  • Pervenute quest’anno quasi 31 mila richieste di pensione nella scuola da parte del personale scolastico.
  • Circa due terzi delle istanze provengono dal corpo docente che andrà in pensione a settembre.
  • Chi si è visto rigettare la domanda può presentare ricorso amministrativo all’Inps.