A luglio scattano gli aumenti sulle pensioni minime. Così come previsto dalla Legge di bilancio 2023, i percettori di trattamenti pensionistici integrati al minimo riceveranno una rivalutazione extra sulla rendita per quest’anno. Soldi che vanno ad aggiungersi all’adeguamento annuale del 7,3% già erogato a partire da gennaio 2023.

Interessati a questo incremento sono tutti i pensionati che percepiscono da quest’anno 563,74 euro al mese. Cioè la cifra aggiornata al 2023 del trattamento minimo di pensione. Prestazione riconosciuta a chi ricade nel sistema di calcolo retributivo e non raggiunge, coi contributi versati, la soglia minima prevista dalla legge.

Ma vediamo bene i dettagli.

Pensioni minime: gli aumenti extra da luglio

A luglio per circa 1,35 milioni di beneficiari arriverà un extra aumento del 1,5% per i pensionati under 75 e del 6,4% per chi ha superato la soglia dei 75 anni. Si parla in questo ultimo caso di pensioni minime da 600 euro al mese. Soldi che saranno corrisposti dall’Inps insieme agli arretrati calcolati dal mese di gennaio. Finora i ritardi erano dovuti a questioni tecniche, legate all’individuazione degli aventi diritto.

Ma di quanto aumentano esattamente le pensioni minime? Come spiega la recente circolare Inps n. 35 del 3 aprile 2023, la rendita da 563,74 euro cresce nella misura pari a 1,5 punti percentuali per l’anno 2023. Incrementi elevati a 6,4 punti percentuali per i soggetti di età pari o superiore a settantacinque anni. Più nel dettaglio:

  • per gli under 75 si passa da 563,74 a 572,20 euro (aumento di 8,46 euro mensili);
  • Per gli over 75 si passa da 563,74 a 599,82 euro (aumento di 36,08 euro mensili).

Dal prossimo anno, poi, l’incremento sarà di 2,7 punti percentuali. I fondi sono già stati stanziati e messi a disposizione dell’Inps che effettuerà i relativi incrementi. Questa volta (si spera) senza ritardi.

Aumento pensioni minime con arretrati da gennaio

Con il pagamento della pensione di luglio saranno quindi incrementati gli importi minimi e corrisposti anche gli arretrati a partire da gennaio.

In pratica gli aumenti saranno i seguenti:

  • 8,46 euro al mese in più per gli under 75;
  • 36,08 euro al mese in più per gli over 75.

Gli arretrati sono calcolati per sei mesi, cioè 50,76 euro in più per gli under 75 e 216,48 per gli over 75. Tutti gli importi – lo ricordiamo – sono corrisposti al lordo delle imposte Irpef. La rivalutazione straordinaria è transitoria e, pertanto, è destinata a cessare i propri effetti il 31 dicembre 2024.

I conguagli 2023

Ma gli incrementi non finiscono qui. I pensionati (non sono quelli integrati al minimo) devono ancora ricevere lo 0,8% in più sui trattamenti di pensione in pagamento da gennaio 2023. Si tratta della differenza fra la percentuale provvisoria di rivalutazione del 7,3% stabilita dal Mef a novembre 2022 e il dato definitivo certificato la scorsa primavera, sempre dal Mef, pari al 8,1%.

Questa è infatti la percentuale di rivalutazione che il Ministero dell’Economia ha certificato sulla scorta dei dati ufficiali Istat per il 2023. Come sempre, però, la differenza a credito del pensionato sarà riconosciuta a partire da gennaio 2024. In quella occasione saranno corrisposti anche gli arretrati. A conti fatti, per chi percepisce la pensione minima si tratta di 4,5 euro in più al mese.

Riassumendo…

  • A luglio le pensioni minime cresceranno per effetto della rivalutazione extra.
  • Gli aumenti vanno da 1,5 a 6,4 per cento a seconda dell’età del pensionato.
  • Aumenti fino a 600 euro per chi ha compiuto i 75 anni di età.
  • L’incremento extra vale solo per il 2023 e 2024.
  • Da gennaio 2024 in arrivo altri incrementi pari a 0,8%.