Pensioni a 64-65 anni, due anni in più rispetto all’attuale soglia anagrafica. La Francia riprova a ritardare l’uscita dal lavoro per i lavoratori a distanza di 4 anni dall’ultimo tentativo (fallito). E dopo la riconferma del presidente Macron all’Eliseo.

Il problema è lo stesso dell’Italia, della Spagna, della Germania e di tutta l’Europa in generale. Il sistema pensionistico costa troppo e la crisi demografica sta mettendo in ginocchio gli enti di previdenza che incassano sempre meno contributi dai lavoratori.

Francia verso 64-65 anni età di uscita dal lavoro

Il progetto di legge presentato da Emmanuel Macron prevede l’innalzamento dell’età pensionistica a 64-65 anni di età per uomini e donne. Ma i sindacati si oppongono denunciando che la riforma pensioni è ingiusta e susciterà conflittualità sociale. Il rischio concreto è quindi di una mobilitazione generale dei lavoratori come avvenuto nel 2019.

Le parti sociali – riferisce l’Ansa – vengono ricevute oggi a Matignon, sede del governo a Parigi, per una nuova concertazione prima dell’attesa presentazione della riforma prevista tra una settimana. Del resto, la maggioranza dei francesi è contraria all’innalzamento dell’età delle pensioni o ad una estensione dei contributi.

Seppellita a fine 2019 dopo scioperi a oltranza che hanno paralizzato la nazione, la riforma pensioni francese è stata tra i grandi progetti non realizzati da Macron nel precedente mandato presidenziale (2017-2022). Nella campagna elettorale che lo ha riconfermato alla presidenza lo scorso aprile, Macron si era comunque impegnato a farla varare al più presto in caso di rielezione.

Quando si va in pensione In Francia

Attualmente la Francia è uno dei Paesi europei dove si va in pensione ancora relativamente presto rispetto al resto della Ue. A 62 anni in genere. Mentre in Italia si va a 67 anni (pensione di vecchiaia), salvo poche eccezioni.

Il presidente francese Emanuel Macron ha tentato in diverse occasioni di innalzare l’età delle pensioni a 64 anni.

Ma la forte opposizione dei sindacati gli ha sempre  impedito di realizzare il cambiamento tanto richiesto anche da Bruxelles.

Cosa che, invece, da noi è avvenuta senza alcuna protesta con l’arrivo del governo Monti-Fornero nel 2011, dove il Parlamento ha approvato sotto dettatura di Bruxelles la famosa riforma che innalzò di botto l’età delle pensioni per tutti.

La differenza con la Francia l’hanno fatta proprio i sindacati. Oltralpe hanno paralizzato il Paese in diverse occasioni, mentre in Italia è prevalsa la rassegnazione generale. Sia per quanto riguarda l’età pensionabile, che per quanto concerne le pensioni minime da fame che si sta cercando di innalzare a piccoli passi sono da quest’anno.