Le tasse in Italia sono tra le più alte dei Paesi della UE. Questa è una considerazione inappuntabile. Le tasse le pagano tutti, dai lavoratori dipendenti ai lavoratori autonomi, dai professionisti ai pensionati. Chi pensa che sulle pensioni non ci siano le tasse è in evidente errore. Naturalmente anche per i pensionati esiste una no tax area, esistono pensionati esonerati dal versamento perché beneficiari di misure non tassate e così via dicendo. Ma la regola generale è sempre la stessa. Anche sulle pensioni gravano le tasse perché i redditi da pensione sono equiparati ai redditi da lavoro.

“Salve, io prendo una pensione di 898 euro al mese ma non riesco a capire dove vanno a finire gli altri soldi che mancano rispetto ai conteggi della pensione che mi fece il Patronato quando fu il momento di andare a riposo. Mi ricordo che a casa di mio padre, arrivava un modellino ogni anno su cui erano scritte tutte le voci che componevano la pensione dal lordo al netto. Adesso a casa mia, da 12 mesi che sono pensionato, non arriva nulla. Mi sapete dire che tasse pago sul mio assegno?”

Pensioni e tasse, cosa l’INPS trattiene per passare dal lordo al netto nel cedolino

Il modello che arrivava a casa del padre del nostro lettore non può che essere il modello OBIS/M, quello che i tecnici considerano la busta paga del pensionato. Infatti si tratta di un modello che l’INPS aggiorna ogni anno e su cui sono riportate le voci che compongono la pensione proprio come una classica busta paga di un dipendente. Nel modello OBIS/M infatti troviamo la pensione lorda, poi le trattenute per IRPEF e addizionali regionali e comunali all’IRPEF, le eventuali trattenute sindacali, gli eventuali assegni al nucleo familiare e così via dicendo. Ma lo stesso si può leggere comodamente da casa con il cedolino di pensione.

La busta paga del pensionato, cos’è il modello OBIS/M

Ottenere il modello OBIS/M è la soluzione per un pensionato che non ha le credenziali di accesso ai servizi digitali dell’INPS o che non ha dimestichezza con la tecnologia. Infatti a casa dei pensionati non arriva più nulla e gli interessati devono fare tutto da soli a recuperare dal sito dell’INPS ciò che serve. Con SPID, CIE o CNS il pensionato può avere accesso sul finire di ogni mese, al proprio cedolino della pensione che percepirà il primo del mese successivo. E naturalmente con gli stessi strumenti, può scaricare l’OBIS/M. In alternativa questo modello può essere richiesto tramite Patronati, delegandoli al recupero della documentazione.

Le tasse sui trattamenti previdenziali, ecco cosa si deve versare al Fisco

Tornando al quesito del lettore, andiamo a capire come sono tassate le pensioni in Italia. Abbiamo già detto che le pensioni sono equiparate ai redditi da lavoro. Naturalmente parliamo di pensioni previdenziali, perché ci sono alcuni trattamenti assistenziali che proprio per la loro natura di sostegno ai deboli, non prevedono tasse da pagare. A volte anche le pensioni previdenziali non subiscono trattenute, ma in questo caso dipende dagli importi delle pensioni che prendono i titolari. Perché esiste la cosiddetta no tax area.

Prestazioni assistenziali e no tax area rendono esenti i pensionati

Ricapitolando, le prestazioni assistenziali, cioè quelle dedicate a persone a basso reddito, o scollegate da qualsiasi contribuzione da versare, in genere sono esentasse. Dall’assegno sociale alla pensione di invalidità civile, dalla pensione di inabilità alle pensioni di guerra, questi sono i trattamenti che non prevedono IRPEF o addizionali da trattenere alla fonte dall’INPS. Inoltre le tasse non si pagano sulle pensioni fino a 8.500 euro annui. Perché questa soglia è quella che si chiama comunemente no tax area e vale anche per i redditi da lavoro.

Ecco che tasse pagano i pensionati

Se la prestazione non è tra quelle prima citate, oppure se l’importo è più alto rispetto alla zona di non tassazione, si applicano le aliquote IRPEF come sul reddito di un lavoratore. In attesa che la riforma Fiscale faccia ingresso nel sistema e che arrivi in porto la rimodulazione dell’IRPEF, oggi sono 4 gli scaglioni IRPEF che determinano il corrispettivo che i pensionati devono pagare. Nello specifico abbiamo:

  • pensioni fino a 15.000 euro, aliquota IRPEF del 23%;
  • pensioni superiori a 15 mila euro, da 15.001 a 28.000 euro aliquota del 25%;
  • da 28.001 a 50.000 euro aliquota del 35%;
  • oltre i 50.000 euro aliquota del 43%.

Il sistema è a scaglioni e aliquote progressive. Perché l’aliquota dello scaglione superiore si applica solo sulla parte di pensione che supera la soglia massima dello scaglione precedente. Inoltre sulle pensioni si pagano pure le addizionali regionali e comunali all’IRPEF, che però variano da Regione a Regione e da Comune a Comune.