Primo incontro fra governo e parti sociali per riformare il sistema delle pensioni. Obiettivo, superare quota 100 che scadrà nel 2021 e introdurre nuove forme di flessibilità in uscita con anche più garanzie per i giovani che avranno alle spalle lavori discontinui e precari al momento del pensionamento.

Il 27 gennaio si è svolto il primo incontro fra governo e sindacati per mettere a punto il piano dei lavori e arrivare a un progetto condiviso entro settembre per poi inserire la riforma pensionistica nella prossima manovra di bilancio.

Allo scopo il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo nominerà una commissione di esperti per valutare ogni possibile opzione e azione, tenendo conto delle limitate risorse di bilancio dello Stato.

Le ipotesi di riforma sul tavolo

Essenzialmente le ipotesi di riforma sul tavolo del ministero del Lavoro sono due: una di matrice governativa che prevede il pensionamento anticipato a 64 anni di età con 38 anni di contributi (quota 102) ma con liquidazione della pensione solo col metodo contributivo. L’altra ipotesi è di matrice sindacale e che vorrebbe mandare tutti in pensione con 62 anni di età e almeno 20 anni di contributi, ma senza penalizzazioni. La prima riforma peserebbe relativamente poco sulle casse dell’Inps, mentre la seconda avrebbe un costo stimato di circa 20 miliardi di euro: troppo per un Paese sovra indebitato come il nostro. Probabilmente, quindi, la quadra sarà trovata a metà strada, sempre che non intervengano intoppi da Bruxelles. “Sono molto contenta di come è andato l’incontro” con i sindacati sulla riforma delle pensioni – ha detto il ministro del lavoro Catalfo  – al termine della riunione “molto positiva” con i sindacati con i quali è stato stabilito “un fitto calendario di incontri. Credo che riusciremo in tempi brevi ad arrivare ad un percorso condiviso“, ha concluso.

La posizione dei sindacati

A febbraio ci saranno diversi incontri tecnici sulla riforma delle pensioni mentre a marzo ci sarà una prima verifica anche con il ministro del Lavoro Catalfo.

È quanto si apprende da fonti sindacali presenti al tavolo di confronto appena partito sulla riforma pensionistica. Il prossimo 3 febbraio ci sarà un incontro tecnico sulle pensioni di garanzia; il 7 sui pensionati; il 10 sulla flessibilità; il 19 sulla previdenza complementare mentre è da definire la data per la non autosufficienza. Ma è del tutto evidente che il cammino sarà lungo e tortuoso perché il problema principale sarà quello di far quadre i conti con i soldi a disposizione.

Uil, sistema sia più flessibile, problema di merito

Il sistema pensionistico deve essere più flessibile. C’è un problema di metodo“. Lo ha detto Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil al tavolo sulla riforma delle pensioni, in corso al Ministero del Lavoro con la ministra Catalfo. “È importante capire come sono composte e qual è il mandato delle Commissioni, in particolare quella per l’individuazione dei lavori usuranti e gravosi. C’è un problema di merito. Ape sociale strutturale, 41 anni di contributi a prescindere dall’età, la pensione per donne e giovani, il rilancio della previdenza complementare, il recupero dell’indicizzazione delle pensioni in essere, con un paniere Istat più adeguato e con una riduzione delle tasse sui pensionati, una legge sulla non autosufficienza. Sono, questi, alcuni capitoli fondamentali da cui bisogna partire per un percorso che vada nella direzione giusta“, ha concluso.

Cisl, serve stabilità, nuove regole per almeno 10 anni

Il sistema previdenziale ha bisogno di stabilita’, per questo bisogna pensare a regole che valgano per almeno 10 anni“. Lo ha detto Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto della Cisl, al termine dell’incontro al Ministero del Lavoro sulla riforma delle pensioni. Per il sindacalista “i risparmi che si sono avuti dal minore utilizzo di quota 100 rispetto alle previsioni e da quelli sull’Ape sociale e sui lavoratori precoci devono essere reinvestiti” nel sistema così come “gli 80 miliardi di risparmi generati dalla riforma Fornero“.

Barbagallo; stabilito metodo riforma, per ora no numeri

Per ora abbiamo stabilito un metodo per evitare di dare i numeri o fare voli pindarici” sulla riforma delle pensioni. Lo ha affermato il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, spiegando che “il governo ci ha detto di voler discutere e trovare una soluzione con noi, ma non sono arrivate proposte“. “Per evitare che si diano i numeri bisogna continuare con gli incontri tecnici anche per capire la platea interessata” dalla riforma della Fornero, e “il problema della riduzione del cuneo fiscale. Sulle pensioni c’è molta carne sul fuoco“, ha concluso.

Landini, revisione Fornero per stabilità sistema

Non vogliamo un aggiustamento ma una vera e propria revisione della legge Fornero per dare stabilità al sistema nei prossimi anni“. Lo ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, al termine della riunione al Ministero del Lavoro sulla riforma delle pensioni aggiungendo che “serve un sistema sostenibile“. “La verifica in programma a marzo si tiene con la discussione sul Def ad aprile: è un punto importante, dopo il cuneo fiscale e il tavolo sulla riforma fiscale“, ha concluso.