Prosegue il dibattito sulla riforma pensioni. Ma anche le fumate grigie che scaturiscono dagli incontri fra governo e sindacati. L’ultimo tavolo convocato dal ministro del Lavoro Elvira Calderone con l’Osservatorio sulle pensioni, di recente istituzione, ha prodotto solo chiacchiere. Si continua, come sempre, a monitorare la spesa previdenziale senza trovare soluzioni per evitare il ritorno pieno della Fornero nel 2024.

A fine anno, lo ricordiamo, scade Quota 103 e, al momento non si sa ancora se sarà prorogata (come richiesto da più parti) oppure no.

Quota 41 col ricalcolo contributivo, è ormai tramontata del tutto, mentre resta al vaglio la possibilità di estendere i benefici di Ape Sociale a lavoratori gravosi e donne. Anche Opzione Donna, egualmente in scadenza, è in forse per il 2024.

Riforma pensioni: più tutele per donne e gravosi

Se non ci sono speranze per una riforma pensioni quest’anno, vista anche la scarsa disponibilità economica a bilancio, è sempre più probabile qualche ritocco alle formule di uscita anticipata già esistenti. Senza dimenticare che qualche taglio dovrà (ancora) arrivare. Come chiedono da Bruxelles con insistenza da anni.

Nel mirino c’è Quota 103 che potrebbe non essere più rinnovata. Ma anche Opzione Donna, il cui accesso è ormai ridotto a pochissime elette dopo la riforma dello scorso anno. In alternativa ci sarà solo il ricorso ad Ape Sociale per le lavoratrici in difficoltà o che hanno perso il lavoro, ma a 63 anni, anziché a 60.

Non è però detto che qualcosa possa essere introdotto per tutelare maggiormente le lavoratrici. Se dovesse sparire Opzione Donna, i requisiti anagrafici di uscita con Ape Sociale potrebbero essere ammorbiditi. Tutte ipotesi, chiacchiere e supposizioni che lasciano il tempo che trovano.

Lavoratori gravosi, verso estensione dei beneficiari

A fronte di ipotetici tagli, potrebbero però essere estesi a nuove categorie di lavoratori i benefici per le pensioni anticipate riconosciuti ai gravosi. Ricordiamo che la famosa lista Damiano del 2021 che include nuove tipologie di mestieri ritenuti faticosi non è stata sfruttata appieno.

Tutti i mestieri sono stati classificati secondo una scala gerarchica che racchiude 92 tipologie di lavoro, dai più gravosi ai meno pesanti.

Di questa lista solo 32 categorie sono attualmente ricomprese fra i lavori gravosi. Altre 60 tipologie di attività sono attualmente escluse. Il governo potrebbe quindi includere nelle tutele previste da Ape Sociale altre categorie. Come i cuochi, i camerieri o gli insegnanti di scuola media superiore di cui si è discusso molto in passato.

Grazie ad Ape Sociale, infatti, i lavoratori gravosi possono richiedere l’anticipo pensionistico a 63 anni di età avendo alle spalle almeno 36 anni di contributi. Ne bastano 32 ai lavoratori edili e ai ceramisti. Se poi si tratta di lavoratrici con figli, c’è anche uno sconto fino a 2 anni di contribuzione per andare in pensione prima.

Ape Sociale, lo ricordiamo, non è una vera e propria pensione, ma uno scivolo che prevede l’erogazione di una prestazione economica non superiore a 1.500 euro lordi al mese per dodici mensilità. Non è rivalutabile ed è condizionata all’interruzione dell’attività lavorativa fino al raggiungimento dei requisiti di vecchiaia. Pertanto è anche penalizzante da un certo punto di vista. Solo nel 2022 hanno beneficiato dell’anticipo pensionistico solo 2.200 persone, giusto per capire quanto non sia conveniente la misura e un suo allargamento non cambierebbe di molto le cose.

Riassumendo…

  • Nessuna riforma pensioni all’orizzonte per il 2024, semmai qualche ritocco alle misure già esistenti.
  • In dubbio la proroga di Quota 103 e Opzione Donna.
  • Si studia l’estensione del beneficio di Ape Sociale ad altri lavoratori momento non riconosciuti come gravosi.
  • L’estensione di Ape Sociale non è la soluzione ideale per una riforma pensioni.