L’assegno di invalidità, impropriamente chiamato pensione di invalidità, è integrabile al trattamento minimo. Come tutte le pensioni italiane, del resto. Si tratta a tutti gli effetti di una prestazione erogata sulla base dei contributi versati dal lavoratore e pertanto non di una misura assistenziale dell’Inps. A differenza dell’assegno mensile di assistenza che è concesso dall’Istituto di previdenza in assenza di reddito sufficiente per vivere ed è temporaneo.

Ricordiamo che per ottenere l’integrazione al trattamento minimo sull’assegno di invalidità è necessario che la prestazione sia liquidata in regime misto.

Cioè che almeno un contributo settimanale sia stato versato prima del 1996. Coloro che hanno iniziato a lavorare dopo non ne hanno diritto. Il trattamento minimo delle pensioni per il 2024 è pari a 599 euro al mese per 23 mensilità a cui è aggiunto un bonus per quest’anno del 2,7% che porta la misura a 615 euro al mese.

Limiti di reddito 2024 per l’assegno di invalidità

Posto che il beneficiario, riconosciuto invalido civile con un grado non inferiore al 74% percepisca l’assegno di invalidità, la legge non vieta di lavorare. Il lavoro è un diritto per tutti, anche per gli invalidi. Anzi, in base alla normativa sul collocamento mirato (L. 68/1999), è favorito l’inserimento lavorativo della persona fragile. Vi sono però dei limiti di reddito annuale da rispettare affinché l’Inps non riduca o sospenda l’integrazione al trattamento minimo sull’assegno di invalidità. Vediamoli:

A) Limite di reddito annuale che consente di percepire l’intero trattamento minimo:

  • individuale: fino a 7.781 euro;
  • coniugale: fino a 23.345 euro;

B) Limite di reddito annuale che esclude ogni integrazione al trattamento minimo:

  • individuale: oltre i 15.563 euro;
  • coniugale: oltre i 31.127 euro;

C) Limiti di reddito annuali che consentono di percepire una parziale integrazione al minimo:

  • individuale: da 7.781 a 15.563 euro;
  • coniugale: da 21.345 a 31.127 euro;

Integrazione al trattamento minimo, come funziona

Da notare che non tutti i pensionati hanno diritto alla integrazione al trattamento minimo sulla pensione, ma solo coloro che rispondono a determinati requisiti contributivi.

Possono beneficare della integrazione solo i lavoratori che hanno iniziato a versare contributi prima del 1996 a patto che la loro pensione sia liquidata col sistema di calcolo misto. Quindi, devono ricadere nel sistema retributivo.

In base alle risultanze sulla variazione dei prezzi al consumo nel 2023, il trattamento minimo di pensione sale quest’anno del 5,4%. Vale a dire a quota 598,61 euro al mese per tredici mensilità. Un marcato salto in avanti rispetto agli anni passati durante i quali l’inflazione nulla o negativa aveva congelato gli aumenti anche degli importi minimi di pensione.

L’importo dell’integrazione al trattamento minimo di pensione deve inoltre rispettare due limiti. In primis, il valore della quota di integrazione non deve superare l’importo dell’assegno sociale (50534,41 euro al mese). In secondo luogo, l’importo complessivo della pensione integrata al minimo non può superare i 598,61 euro al mese per il 2024.

Riassumendo…

  • Aggiornati i limiti di reddito 2024 per ottenere l’integrazione al trattamento minimo sull’asegno di invalidità.
  • Solo chi ha versato contributi prima del 1996 ha diritto all’integrazione al trattamento minimo, sono esclusi i lavoratori contributivi.
  • Per non perdere il bonus sull’assegno di invalidità e sulla pensione non bisogna guadagnare più di 15.563 euro all’anno.