Potrebbero arrivare dai risparmi di quota 100 le risorse per la pensione di garanzia ai giovani lavoratori. SI tratta di un tesoretto da circa 9 miliardi di euro, messi a bilancio nel 2019 e non spesi per le pensioni con quota 100.

E’ ancora presto per dire quanto è sarà risparmio esatto a consuntivo del programma pensioni con quota 100. Manca ancora quest’anno per tirare le somme definitive, ma un risparmio rispetto alle previsioni di spesa c’è e pare consistente.

Pensione di garanzia per i giovani++

Come noto, per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996, il sistema di calcolo della pensione sarà interamente contributivo.

Vale a dire che l’assegno sarà calcolato solo ed esclusivamente in base ai contributi versati in un regime di calcolo meno favorevole.

Una penalizzazione rispetto al sistema di calcolo misto che include anche quei periodi di lavoro svolti prima del 1996. Chi va in pensione con questo metodo di calcolo, poi, ha diritto anche all’integrazione al trattamento minimo (515,58 euro al mese), cosa che non spetta a chi versa solo nel regime contributivo.

Pertanto è necessario tornare a garantire un minimo vitale a chi non avrà abbastanza contributi per raggiungere il minimo vitale fissato oggi appunto in 515,58 euro al mese. Molti giovani lavoratori non hanno infatti sufficienti coperture assicurative, data la precarietà del lavoro, i contratti saltuari o mal retribuiti.

La pensione di cittadinanza

A tal fine, l’idea suggerita dai sindacati sarebbe quella di trasformare la pensione di cittadinanza in pensione di garanzia. Cioè legare il trattamento pensionistico ai coefficienti patrimoniali e a bisogni sociali del richiedente.

I nati dopo il 1970 sono quelli più penalizzati e interessati alla pensione di garanzia. Primo perché difficilmente potranno raggiungere il minimo contributivo di 20 anni per avere diritto alla. Secondo perché peseranno molto i periodi di vuoto contributivo dovuti alla precarizzazione del lavoro e alla mancanze di garanzie.

L’attuale sistema pensionistico si rivela inadeguato e lacunoso a garantire una pensione minima vitale e così anche in caso di invalidità o pensione ai superstiti. Ragione per la quale, bisogna iniziare a intervenire per istituire la pensione di garanzia.

La stoccata di Tridico

A intervenire sul tema è anche il presidente dell’Inps Pasquale Tridico che ha affermato senza tanti giri di parole che

se il legislatore non si muove a creare deroghe o situazioni di transizioni rispetto al sistema contributivo e a pensare soprattutto ai giovani che hanno solo quella come opzione, come unica via di pensionamento, avremo une esercito di poveri”.

I lavoratori precari di oggi saranno pensionati fa fame domani. E’ quindi allo studio una sorta di pensione di garanzia per chi versa contributi nel sistema contributivo puro. La pensione di garanzia potrebbe quindi nascere sulla scia della pensione di cittadinanza. Con i dovuti aggiustamenti naturalmente. Allo scopo si sta rivalutando l’idea avanzata nel 2016 dall’ex ministro al Lavoro Giuliano Poletti che aveva proposto una pensione di garanzia da determinarsi innalzando la quota di cumulabilità dell’assegno sociale con la pensione per i soggetti nel contributivo puro.