La riforma pensioni è ancora a un punto morto. Tuttavia col passare del tempo si delineano sempre più le intenzioni del governo per rivedere l’ordinamento pensionistico italiano.

Con quota 102 (in pensione a 64 anni di età con 38 di contributi), il premier Draghi ha già mandato un segnale chiaro su cosa intende fare. Così come lo ha mandato consentendo un’altra proroga di un anno per Opzione Donna e Ape Sociale.

Pensioni anticipate solo dai 63 anni in su

I sindacati puntano a una uscita dal lavoro a 62 anni di età o, in alternativa, con 41 anni di contributi versati.

Il governo non intende, però, scendere sotto la soglia dei 64 anni puntando sul ricalcolo della pensione con il sistema contributivo.

Poco sotto resterebbe Ape Sociale (uscita a 63 anni), l’anticipo pensionistico riservato a coloro che si trovano in condizioni di disagio sociale e con almeno 30 anni di contributi. Così come per i lavoratori addetti a mansioni usuranti con 36 anni di lavoro alle spalle (32 per gli edili e ceramisti).

Al di sotto di tale soglia anagrafica dovrebbero sparire tutte le attuali possibilità di andare in pensione. A partire da Opzione Donna per finire con le pensioni di anzianità riservate al personale militare, preservate dalla riforma Fornero nel lontano 2012.

Opzione Donna assorbita in Ape Sociale?

Non è quindi mistero che Opzione Donna possa cambiare pelle dal 2023. Già lo scorso anno il premier Draghi aveva tentato di non più rinnovarla o alzarne l’età pensionabile. Poi tutto fu rinviato.

Del resto, nonostante il meccanismo di pensionamento anticipato preveda un rigoroso taglio agli assegni, la “giovane età” di pensionamento delle lavoratrici comporta pur sempre un impegno finanziario duraturo per lo Stato che rischia di non trovare adeguata copertura contributiva.

Più precisamente, a fronte di un allungamento della speranza di vita degli ultimi 10 anni, andare in pensione oggi a 58 anni è diventato oneroso e discriminante.

Soprattutto nei confronti di chi deve attendere 67 anni di età per lasciare il lavoro.

E’ quindi probabile che Opzione Donna possa rientrare dal 2023 nelle opzioni di Ape Sociale per la quale si sta studiano un ulteriore allargamento. Quindi, in pensione a 63 anni ma con 30 di contributi (anziché 35) e con la possibilità di uscita a 62 o 61 anni in presenza di uno o più figli.

Militari, tutti in pensione a 60 anni

Ma al Ministero del Lavoro si sta lavorando anche alle pensioni di anzianità dei militari, finora viste come intoccabili. Si sta lavorando anche per rivedere l’opzione che prevede l’uscita a 58 anni con almeno 35 di contributi.

La speranza di vita si è allungata anche per i militari e lasciare oggi il servizio a 58 anni è diventato alquanto anomalo rispetto a 10 anni fa quando la speranza di vita era più bassa. Finora il meccanismo di adeguamento della speranza di vita all’età pensionabile non ha riguardato i militari, ma la riforma pensioni 2023 dovrebbe toccare anche loro.