Anche nel 2023 i caregiver potranno andare in pensione a 63 anni. E’ previsto da Ape Sociale, l’anticipo pensionistico che il Parlamento si appresta a prorogare per altri 12 mesi con la legge di bilancio.

I caregiver, cioè coloro che assistono persone in condizioni di disagio, potranno così accedere all’anticipo pensionistico anche nel 2023. Purché abbiano alle spalle almeno 30 di contributi versati. Requisito che deve, però, essere integrato tassativamente con la presenza di condizioni di disagio sociale.

Ape Sociale, requisiti e domanda di pensione anticipata

Per accedere ad Ape Sociale in generale (non solo per i caregiver) è necessario aver compiuto 63 anni di età e possedere almeno 30 anni di contributi versati.

Oltre a rientrare in una delle cinque condizioni di disagio sociale previste dalla legge. Cioè:

  • Avere almeno 30 anni di contributi ed essere in stato di disoccupazione
  • Avere almeno 30 anni di contributi e al momento della richiesta di Ape sociale assistere da almeno sei mesi il coniuge, la persona con cui è contratta l’unione civile o un parente di primo grado convivente (genitori o figli) con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’art. 3 comma 3 legge 104/1992
  • Avere almeno 30 anni di contributi ed essere riconosciuto invalido dalle commissioni di invalidità civile almeno al 74%.
  • Avere almeno 36 anni di contributi e svolgere alla data della domanda di Ape sociale da almeno sei anni in via continuativa una o più delle attività gravose sotto elencate.

La domanda di pensione per caregiver con Ape Sociale si presenta entro il 1 marzo di ciascun anno, ma si può inoltrare anche entro il 30 novembre. In questo secondo caso non è garantita l’uscita facendo affidamento sulle risorse disponibili di un apposito fondo gestito dall’Inps.

Chi sono i caregiver, requisiti

Come detto, anche i caregiver rientrano nella casistica dei beneficiari. Ma quali requisiti bisogna possedere e dimostrare? Non basta assistere una persona in condizioni di disagio (solitamente un familiare), bisogna anche rientrare in determinate condizioni.

L’assistenza, ad esempio, deve essere svolta gratuitamente e per un periodo continuativo. L’assistito, inoltre, deve essere riconosciuto come portatore di handicap grave (ai sensi della legge 104/92 art. 3 comma 3).

Infine, il riconoscimento di caregiver può essere concesso a un solo familiare o persona esterna dell’assistito e la nomina deve essere fatta formalmente dalla persona in condizioni di disagio. In alternativa da chi ne fa le veci.

L’Inps, prima di concedere l’Ape Sociale al caregiver, chiederà tutte queste informazioni e verificherà che l’assicurato, prima di andare in pensione, non svolga o abbia svolto altre attività di lavoro durante l’assistenza. Inoltre l’assistito non deve risultare ricoverato presso una casa di riposo o in ospedale.