Sta per prendere il via la campagna di controlli che l’Inps effettua ogni anno sulle pensioni all’estero. In tutto si tratta di 317 mila assegni che ogni mese l’Istituto di previdenza paga puntualmente a connazionali che si sono trasferiti a vivere oltre confine. Un flusso in continuo aumento, anche per via dei vantaggi fiscali offerti da numerosi Paesi stranieri.

La cifra in gioco è importante: circa 1,45 miliardi di euro ogni anno. E il rischio che una fetta di questi soldi sia corrisposta indebitamente a causa della mancata comunicazione del decesso del pensionato è alta.

In Italia le anagrafi comunali aggiornano in tempo reale l’esistenza in vita del beneficiario, ma all’estero è più complicato venire a saperlo. Soprattutto se si vive in Paesi che non hanno uno scambio diretto di informazioni fiscali con l’Italia.

Gli accertamenti sulle pensioni all’estero, come funzionano

La campagna di accertamento – spiega l’Inps – prenderà il via in due fasi distinte per le pensioni erogate dal prossimo anno e fino al 2025. La prima fase riguarderà i pensionati residenti in America, Asia, Estremo Oriente, Paesi scandinavi, Stati dell’Est Europa e Paesi limitrofi e si svolgerà da marzo a luglio 2024. La seconda fase, invece, interesserà tutte le altre aree geografiche comprese fra Europa, Asia e Oceania e si svolgerà da settembre 2024 fino a fine anno.

Ma come fa l’Inps ad accertare l’esistenza in vita dei pensionati residenti all’estero? Per tale scopo e come ogni anno, l’Istituto si avvale della collaborazione di Citibank che svolge le opportune verifiche per delega. Una prassi ormai consolidata da anni e volta ad accertare l’esistenza in vita al fine di evitare pagamenti a persone decedute o scomparse.

La comunicazione di esistenza in vita dovrà pervenire all’Inps entro i termini stabiliti, pena la sospensione del pagamento dell’assegno ai pensionati residenti all’estero.

In difetto, la pensione sarà revocata d’ufficio e sarà dato corso anche al recupero di eventuali indebiti da parte di delegati o parenti. Sono molti anche i casi di denuncia che scattano a seguito di tali azioni di accertamento e che, a volte, comportano anche il sequestro di beni, non solo in Italia ma anche all’estero.

Controlli e la sospensione dei pagamenti

Ma come si svolge esattamente la campagna di controllo e accertamento di esistenza in vita? Come detto, l’Inps si avvale della collaborazione di Citibank, la banca che esegue i pagamenti delle pensioni all’estero. L’accertamento parte dall’invio di apposita modulistica indirizzata al titolare della pensione che dovrà restituirla compilata e firmata.

Per la rilevazione di esistenza in vita è necessario che siano compilate tutte le parti dei moduli inviati dall’Inps e prodotta adeguata documentazione di supporto. Come la copia di un documento d’identità o passaporto in corso di validità.

La documentazione dovrà quindi essere trasmessa all’indirizzo di posta elettronica istituzionale dell’ufficio consolare del Paese di residenza. L’addetto del consolato contatterà, quindi, il pensionato utilizzando l’indirizzo email fornito, tramite video chiamata attraverso gli applicativi a oggi più diffusi come ad esempio Skype, Zoom, Microsoft Teams, Webex o WhatsApp.

Nel caso in cui l’attestazione non sia prodotta – spiega l’Inps – il pagamento della rata di pensione successiva alla data di scadenza della campagna di accertamento di esistenza in vita avverrà in contanti presso le agenzie Western Union del Paese di residenza. Qualora il pensionato non si presenti per incassare l’assegno il pagamento della pensione sarà sospeso dal mese successivo.

Curiosità: le pensioni pagate all’estero sono sempre di più. Rappresentano, infatti, circa il 2,4% del totale delle pensioni pagate ogni anno dall’Inps.

Circa 317 mila per un ammontare che supera i 1,435 milioni di euro.

Riassumendo…

  • Al via la campagna di esistenza in vita dei pensionati italiani all’estero.
  • I controlli si volgeranno in due fasi diverse per aree geografiche.
  • Per dimostrare l’esistenza in vita servirà produrre documenti di identità validi ed effettuare una video chiamata col Consolato italiano nel Paese di residenza.