Le donne licenziate o dipendenti di aziende in crisi possono andare in pensione prima. La legge riserva loro la possibilità di lasciare il lavoro in anticipo nel rispetto di particolari requisiti contributivi e anagrafici.

L’uscita anticipata per queste lavoratrici è possibile accedendo ad Ape Sociale a 63 anni di età. Ma anche a Opzione Donna tre anni prima. Se sono madri possono uscire anche a 58 anni: da quest’anno la legge riserva loro la possibilità di fruire di uno sconto di 12 mesi per ogni figlio fino a un massimo di 2.

Licenziate in pensione con Ape Sociale

Per accedere ad Ape Sociale è necessario aver compiuto 63 anni di età e avere almeno 30 anni di contributi versati. Per le donne con figli, anche in questo caso, è previsto uno sconto ma sui contributi, non sull’età anagrafica. Il bonus è di 12 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 24 mesi di contributi. Per cui si può arrivare a 28 anni di contributi come soglia minima.

La domanda per Ape Sociale deve essere presentata entro il 31 marzo o 15 luglio di ciascun anno. Ma si può fare anche entro il 30 novembre, in via residuale, se vi sono disponibilità finanziarie da parte dell’Inps. La pensione è calcolata col sistema contributivo e retributivo e decorre dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda.

Oltre ai requisiti di cui sopra, all’atto della presentazione della domanda, le donne devono risultare licenziate, durante e dopo il periodo di prova, o a seguito della cessazione dell’attività aziendale presso cui dipendono.

In pensione con Opzione Donna

Per le lavoratrici licenziate è possibile sfruttare anche la strada offerta da Opzione Donna. Oltre ai requisiti anagrafici e contributivi, le donne devono risultare licenziate a tutti gli effetti o anche dipendenti di aziende con tavolo di crisi aperto presso il Ministero del Lavoro. Solo in questi due casi è possibile perfezionare il requisito per accedere alla pensione anticipata con Opzione Donna.

Per quanto riguarda gli altri requisiti, la lavoratrice deve dimostrare di possedere almeno 35 anni di contributi e una età anagrafica non inferiore a 60 anni. E’ previsto lo sconto di 12 mesi per ogni figlio fino a un massimo di 24 mesi. Quindi, in presenza di due figli si può andare in pensione con Opzione Donna a 58 anni.

La domanda di pensione può essere presentata in qualsiasi momento, purché i requisiti siano soddisfatti entro il 31 dicembre 2023. La pensione è calcolata esclusivamente col sistema contributivo e decorre dopo 12 mesi dalla maturazione dei requisiti anagrafici e contributivi.

Licenziamento e crisi aziendale

Ricordiamo che l’ammissione a Opzione Donna o ad Ape Sociale è prevista per il solo licenziamento individuale o collettivo, anche a seguito di risoluzione consensuale o dimissioni per giusta causa. Si tratta, per l’appunto, di una tipologia di dimissioni che ricade nella sfera della disoccupazione involontaria, per la quale è previsto il diritto alla Naspi (escluso, invece, per chi si dimette).

Anche la crisi aziendale, aperta e certificata dal Ministero del Lavoro, dà diritto a presentare domanda di pensione anticipata. Ma solo per Opzione Donna. Nel caso di Ape Sociale non è previsto il caso di appartenenza ad aziende in crisi. In compenso è inclusa la possibilità di accedere al pensionamento anticipato nel caso di scadenza di contratto di lavoro a tempo determinato. A condizione che la lavoratrice abbia avuto, nei 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto, periodi di lavoro dipendente per almeno 18 mesi.

Riassumendo…

  • Le donne licenziate possono andare in pensione anticipata con Opzione Donna o Ape Sociale.
  • Per Opzione Donna servono almeno 60 anni di età e 35 di contributi.
  • Per Ape Sociale servono almeno 63 anni di età e 30 di contributi.
  • Opzione Donna è possibile anche per le lavoratrici dipendenti di aziende in crisi.
  • Ape Sociale è concessa anche a coloro che termina un contratto di lavoro a tempo determinato.