Strano ma vero, ora l’Inps ti avvisa quando è ora di andare in pensione. Ma solo per quella ordinaria, cioè di “vecchiaia”. Il servizio è stato lanciato da poco dall’Istituto in via sperimentale su un nucleo ristretto di assicurati nell’ambito dei progetti finanziati dal Pnnr. Presto, però, sarà esteso alla generalità dei lavoratori.

Come spiega l’Inps con il messaggio n. 2427 del 28 giugno 2023, l’esperimento è stato avviato per semplificare l’accesso alla pensione degli aventi diritto. Riguarda un primo campione di circa 5.000 assicurati, iscritti alla Gestione privata e alla Gestione pubblica, che sarà avvisato qualche mese prima dall’Istituto del diritto ad andare in pensione di vecchiaia.

Pensione di vecchiaia, l’Inps avvisa quando bisogna fare domanda

Più precisamente, se l’assicurato ha un’età prossima a quella utile per la pensione di vecchiaia ed è ancora al lavoro, l’Inps invierà qualche mese prima un avviso del diritto a fare domanda. La comunicazione invita l’assicurato ad accedere alla propria area personale Inps per il completamento della richiesta di pensione precompilata, resa già disponibile dall’Istituto.

In particolare, durante la fase sperimentale la comunicazione sarà inviata, ai lavoratori di età pari o superiore a 66 anni e 9 mesi. Sempre che, a seguito di attenta verifica, sia soddisfatto anche il requisito contributivo per ottenere la pensione di vecchiaia. Ricordiamo che il diritto matura con almeno 20 anni di contributi.

Per semplificare l’accesso alla futura pensione a coloro che compiono 65 anni nel mese di trasmissione – spiega l’Inps – sarà inviata una comunicazione contenente l’estratto conto contributivo e tutte le indicazioni per segnalare eventuali errori o incongruenze. A tali persone, pertanto, sarà inoltrata una lettera cartacea, notificata anche sull’app “Io” e nell’area “MyINPS” del portale istituzionale, contenente il percorso da seguire per raggiungere la propria domanda precompilata.

Pensione di vecchiaia e speranza di vita

Terminata la fase sperimentale, il servizio informativo preventivo sarà esteso automaticamente a tutti i lavoratori.

Ricordiamo che, a oggi, i requisiti per la pensione di vecchiaia da soddisfare sono due: 67 anni di età e 20 di contributi. In assenza di uno dei due, il diritto non sorge. Non solo. Fra tre anni, il requisito anagrafico aumenterà in ossequio alla legge che aggancia l’età pensionabile alla speranza di vita.

Più precisamente l’adeguamento dell’età pensionabile avviene ogni due anni, ma per il biennio 2023-24 l’età pensionabile è stata congelata a causa della pandemia che ha ridotto la speranza di vita. Il meccanismo di aggiornamento, però, non prevede un arretramento, ma soltanto uno stop all’aumento. Dal 2026, secondo le previsioni, la corsa al rialzo dell’età pensionabile riprenderà di tre mesi ogni due anni.

Requisito contributivo

Come detto, la pensione di vecchiaia si ottiene con 67 anni di età e almeno 20 di contributi. Questi due requisiti sono fondamentali per accedere al trattamento previdenziale. Chi compie 67 anni, ma non ha abbastanza contributi non potrà accedervi.

Al fine del conteggio fa fede anche la totalizzazione o il cumulo. In assenza di queste possibilità, si può optare per i versamenti volontari, se mancano pochi mesi alla soglia limite dei 20 anni.

Se non ne valesse la pena, o non si potesse perseguire una di queste due strade, bisognerà valutare le deroghe ancora valide per alcuni tipi di lavoratori.

La deroga più conosciuta è quella Amato del 1992 che permette di ottenere la pensione di vecchiaia con almeno 15 anni di contributi a determinate condizioni meglio specificate in questo altro articolo.