Buongiorno,

Gentilmente pongo anch’io una domanda sul mio futuro in riguardo alla mia pensione:
Ho 58 anni a marzo 2018,
Ho iniziato ha lavorare il 03 ottobre 1977….
L’ anno scorso ho fatto quasi 7 mesi di cassa in deroga lavorando solo 4 ore al giorno, poi ho ripreso le 8 ore.
Quest’anno sto ancora lavorando….
Ma non so quanto andremo avanti…
Posso rientrare anch’io nella quota 41?
Ringrazio fin da ora per il suo riscontro e porgo distinti saluti.
Avendo iniziato a lavorare a 17 anni lei è senza dubbio un lavoratore precoce, ma come abbiamo specificato in diversi altri articoli non tutti i lavoratori precoci possono accedere alla pensione con la quota 41 che è dedicata solo ai lavoratori precoci che appartengono a determinate categorie di tutela.
Le categorie di tutela previste per la quota 41 precoci sono:
  • lavoratori disoccupati
  • lavoratori invalidi
  • lavoratori che assistono familiare con handicap grave
  • lavoratori addette a mansioni usuranti
  • lavoratori addetti a mansioni gravose

La cassa integrazione in deroga è un intervento di integrazione salariale a sostegno di imprese che non possono ricorrere agli strumenti ordinari, o perché esclusi da origine da questa tutela oppure perché hanno già esaurito il periodo di fruizione delle tutele ordinarie. Non si tratta quindi di un ammortizzatore sociale concesso in seguito di perdita involontaria del lavoro poiché i lavoratori in cassa integrazione non sono mai stati licenziati. Proprio per questo motivo i lavoratori che percepiscono la cassa integrazione non sono considerati disoccupati. Nella sua condizione, quindi, non può accedere alla quota 41.

Potrebbe farlo nel caso che la sua azienda, in crisi, decidesse di licenziarla, lei percepisse tutta la Naspi spettante e, trascorsi 3 mesi dal termine di tale percezione, qualora fosse in possesso di tutti i requisiti richiesti, potrebbe presentare domanda per accedere alla quota 41.

 

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