Si parla tanto di scivolo Orlando in riferimento alla riforma delle pensioni che verrà. La novità proposta dal ministro del Lavoro Andrea Orlando, ricalca quanto già avviene per i contratti di espansione riservati al settore privato.

Orlando vorrebbe allargarlo estendendo così la platea dei lavoratori beneficiari. A oggi possono infatti beneficiare dello scivolo pensionistico fino a 5 anni solo le aziende con almeno 250 dipendenti.

La pensione a 62 anni

Nel caso del pensionamento di vecchiaia, lo scivolo pensionistico concesso attraverso la stipula di contratti di espansione, prevede una uscita anticipata già a 62 anni di età.

Qualora si possa beneficiare di altre forme di pensionamento anticipato, lo scivolo consentirebbe comunque di lasciare anzi tempo il lavoro.

Questa formula è abbastanza onerosa e per questo è stata finora concessa solo alle aziende di grandi dimensioni. Difficile che datori di lavoro più piccoli possano sopportare i costi dei contratti di espansione.

Il decreto Sostegni bis ha tuttavia allargato questa possibilità anche alle Pmi fino a 10 dipendenti. Difficilmente, però, avranno i soldi per poter sostenere lo scivolo che è tutto a carico del datore di lavoro.

Orlando vorrebbe in ogni caso fare in modo che tali scivoli fossero accessibili anche ai dipendenti della pubblica amministrazione per superare agevolmente quota 100. Non senza un intervento dello Stato che ne supporti i costi.

Come funziona il contratto di espansione

Attualmente la normativa prevede che venga stipulato un contratto fra datore di lavoro e governo in maniera tale che, a fronte di uscite programmate dal lavoro con prepensionamento si assumano altrettanti giovani lavoratori.

Il contratto di espansione deve quindi contenere una programmazione dell’assunzione di nuovi lavoratori da inserire in organico. Ma anche un progetto di riqualificazione del personale già dipendente. Un processo che può essere realizzato attraverso la programmazione di riduzioni orarie o sospensione del personale dipendente.

In questo caso l’azienda paga un’indennità economica (massimo 60 mesi) sino all’effettivo pensionamento.

L’ammontare dell’indennità, che incorpora la Naspi, prevede l’obbligo per il datore di lavoro del pagamento si una somma commisurata al trattamento pensionistico lordo maturato dal lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro.