Torna possibile andare in pensione a 62 anni nel 2024? Nuova puntata della soap opera pensioni.

Non c’è pace per le pensioni in questa legge di Bilancio. Mai come quest’anno si cambia continuamente registro e da una misura si passa all’altra, quasi senza soluzione di continuità. In pratica, il giorno dell’approvazione della manovra da parte del Consiglio dei Ministri escono delle misure, nella bozza della manovra ne escono altre, e ogni giorno che passa arrivano smentite e ripensamenti sui provvedimenti che evidentemente sono ancora in via di definizione.

Ed ai lavoratori che guardavano al 2024 per la loro pensione, resta solo confusione e dubbi. Mancano le certezze ed a pochi mesi dall’arrivo del nuovo anno, nulla è ancora certo.

“Buongiorno, vi scrivo per lamentare una certa confusione che il governo sta generando in noi lavoratori per la nostra pensione del 2024. Ho 61 anni di età compiuti quest’anno e mi trovo in una specie di limbo. Volevo iniziare a dedicarmi ai nipoti visto che nel 2024 compio 41 anni di contributi. Per mesi ho sentito dire che la quota 103 era confermata. Adesso invece sento dire che bisogna andare a quota 104. Cambia l’età di uscita, perché dai 62 anni si passa a 63 anni. Ed io vengo tagliato fuori. Secondo voi rimarrà tutto così?”

Pensione a 62 anni di nuovo possibile, cambia di nuovo la manovra ma i lavoratori si lamentano

Tutto sembrava ormai definito per le pensioni 2024. Sembrava perché di colpo tutto è cambiato di nuovo. Infatti la quota 104 che tutti davano come misura per proseguire le esperienze delle quote, pare che adesso non ci sarà più. Sparisce l’ipotesi di andare in pensione con 63 anni di età e 41 anni di contributi e ritorna in auge la conferma della quota 103. Significa 62 anni di età di nuovo in pista per le pensioni. Perché il nostro lettore potrebbe trovare di nuovo soddisfazione dal fatto che quota 103 potrebbe essere confermata ancora per l’anno prossimo.

E si tornerà ad andare in pensione con 62 anni di età e 41 anni di contributi come nel 2023. Ma la misura, se verrà confermata da quest’ultima indiscrezione di cui parla anche il Sole 24 Ore, sarà prorogata con alcune evidenti limitazioni.

Come si arriva alla nuova quota 103 per il 2024

Nel 2023 i lavoratori hanno potuto sfruttare un canale di uscita che prende il nome di quota 103. I requisiti sono i già citati 62 anni di età e 41 anni di contributi versati. Una misura che ha proseguito la linea iniziata con quota 100 a 62 anni di età e 38 anni di contributi. Infatti dal primo gennaio 2023 la quota 103 aveva preso il posto della quota 102, che permetteva l’uscita a 64 anni di età e 38 di contributi. Nel 2023 quindi uscite a 62 anni di età e 41 anni di contributi, ma con alcuni vincoli. Infatti la quota 103 di oggi limita la pensione che un lavoratore può percepire fino a massimo 5 volte il trattamento minimo INPS. Oltretutto, chi esce con quota 103 non può svolgere attività lavorative diverse da quelle da lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito annuo. E poi finestre di 3 mesi nel settore privato e di 6 mesi nel settore pubblico come decorrenza della prestazione.

Pensione a 62 anni anche nel 2024, ma con nuovi limiti, vincoli e paletti

Evidenti i limiti nel 2023 per la quota 103. E saranno ancora di più per la conferma di cui si parla adesso. Perché pare che già sul calcolo dell’assegno nella proroga 2024 di quota 103 ci potrebbero essere delle limitazioni. Infatti il governo vorrebbe adottare il ricalcolo contributivo della pensione. Che, alla pari di quanto accade con opzione donna, finirebbe con il tagliare drasticamente la pensione ai beneficiari. Inoltre si ipotizza una pensione massima non più fino a 5 volte il trattamento minimo ma fino a 4 volte.

In poco più di 11 giorni quindi la manovra è cambiata di molto rispetto al testo licenziato dal Consiglio dei Ministri il 16 ottobre. Ed anche rispetto alla bozza fuoriuscita da un paio di giorni, i correttivi sono già tanti. E per le pensioni come dicevamo, si torna a parlare di quota 103.

Nuova quota 103, ma ancora peggio del passato

La conferma di quota 103 e non il passaggio a quota 104, è una buona notizia per i lavoratori. Perché la pensione torna possibile a 62 anni e non a 63 come da prima ipotesi nella manovra. Il fatto che porta diversi nostri lettori a lamentarsi della novità, è il calcolo della pensione. La carriera di 41 anni di contributi è lunga e questo significa che molti dei potenziali beneficiari della misura, hanno lunghe carriere in epoca retributiva. E soprattutto chi ha 18 anni di contributi o più, versati già al 31 dicembre 1995, subirebbe un taglio netto di assegno. Perché dovrebbe rinunciare ad una pensione calcolata con il sistema misto e soprattutto con il sistema retributivo fino al 2012. Invece accettando la quota 103 a 63 anni, tutta la pensione verrebbe calcolata con il metodo contributivo. Quindi, nettamente penalizzata come importo. Senza considerare che si parla anche di un ritocco delle finestre. Infatti dai 3 mesi per i privati e i 6 mesi nel pubblico si passerà a 6 mesi nel privato e 9 mesi nel pubblico.