Andare in pensione a 62 anni l’anno prossimo sarà ancora possibile? Sono in molti a domandarselo alla vigilia della discussione della Manovra finanziaria per il 2024 che – come preannunciato dal Governo – non sarà particolarmente corposa (22 miliardi di euro). E non includerà la riforma pensioni tanto attesa a inizio anno. Poche chances, quindi, per sperare in qualcosa di nuovo per i lavoratori.

L’inflazione e le esigenze di sostegno ai redditi medio bassi e aiuti alle famiglie non lasciano spazio a interventi sull’assetto previdenziale attuale.

C’è poi da rivalutare le pensioni in pagamento (oltre 16 milioni di assegni) a causa dell’aumento del caro vita. Insomma, c’è poco spazio di manovra in questo senso e tutto sembra essere rinviato a tempi migliori con il ritorno integrale della Fornero che incombe per tutti.

In pensione a 62 anni nel 2024

Una lettrice di 61 anni, dipendente di un’azienda di trasporti, ci scrive preoccupata: “vorrei sapere se il prossimo anno sarà ancora possibile andare in pensione a 62 anni e se ci saranno penalizzazioni. Nel 2024 raggiungerò anche la soglia dei 41 anni di contributi”.

Ebbene, non è ancora dato sapere se la misura che prevede la pensione anticipata a 62 anni di età con 41 di contributi, conosciuta come Quota 103, sarà prorogata nel 2024. Tutto, al momento, depone per una sua estensione di altri 12 mesi, ma sarà il Parlamento a decidere in tal senso prima dell’approvazione della legge di bilancio. E le soprese, come sempre, arrivano di notte.

Eventualmente questa opzione sarebbe l’ideale per poter lasciare il lavoro anzitempo alla maturazione dei requisiti previsti. Ricordiamo che Quota 103 scade a fine dicembre e, in assenza di interventi da parte del legislatore, dal 2024 non ci sarà più spazio per uscire a 62 anni di età.

Opzione Donna

In alternativa ci sarebbe la strada prevista per Opzione Donna. Cioè la pensione anticipata a 60 anni con almeno 35 di contributi.

Il problema, però, è che da quest’anno occorre rientrare anche in particolari condizioni sociali di svantaggio, vale a dire essere caregiver, licenziate, dipendenti di aziende in crisi o invalide civili al 74%. In assenza di uno di questi requisiti, il diritto alla pensione non c’è.

La riforma, introdotta nel 2023, ha fatto letteralmente crollare le domande di pensione con Opzione Donna al punto che la misura sembra diventata impraticabile. O comunque un doppione di Ape Sociale che prevede l’accesso all’anticipo pensionistico con gli stessi requisiti soggettivi. Anche questa, in ognia caso, è un’opzione che si rinnova di anno in anno e scade il 31 dicembre.

In tal senso, si sta infatti studiano la possibilità di includerla in Ape Sociale abbassandone il requisito anagrafico a 61-62 anni. Ipotesi che non trovano, al momento, alcuna conferma a livello ministeriale, ma che potrebbero arrivare da una decisione parlamentare dell’ultima ora.

La pensione anticipata

Qualora non fosse possibile percorrere queste due strade, per la lettrice resterebbe solo la via prevista per la pensione anticipata ordinaria. Questa misura non è a termine come le due precedenti e quindi è senz’altro attuabile. Il requisito è quello di aver maturato almeno 41 anni e 10 mesi di contributi a prescindere dall’età anagrafica.

Nel caso specifico sarà quindi necessario che la dipendente dell’azienda di trasporti tagli il traguardo dell’anzianità contributiva per andare in pensione. Questo potrebbe anche coincidere con il compimento dei 62 anni di età.

Riassumendo…

  • Per andare in pensione a 62 anni nel 2024 serviranno almeno 41 anni e 10 mesi di contributi.
  • Se sarà prorogata Quota 103, basteranno 41 anni di contributi.
  • Con Opzione Donna si può uscire con 30 anni di contributi a 63 anni, ma l’età potrebbe scendere.