Perché se da un lato per alcuni lavoratori è possibile smettere di lavorare a 63 anni (ad esempio accedendo all’Ape Social) o anche prima, per altri andare in pensione a 64 anni e con 40 di contributi appare difficile? Che cosa blocca a questi dipendenti sul lavoro?

Pensione a 64 anni nel 2023: la maledizione delle quote

Veder sfumare la pensione per un soffio. E’ quello che accade a chi nel 2023 ha 64 anni e 40 di contributi nel 2023 rispetto al sistema di uscite a quote. Manca sempre quel quid per perfezionare i requisiti e raggiungere il traguardo.

Sono i lavoratori che nel 2021 erano esclusi da Quota 100 perché gli mancava un anno per arrivare ai 38 di contributi. E che l’anno scorso avevano vista sbarrata la strada per Quota 102 per il mancato perfezionamento del requisito anagrafico dei 62 anni. Gli stessi che quest’anno non hanno potuto accedere a Quota 103. E neanche a Quota 41, sempre per un anno in meno di versamenti rispetto a quelli richiesti. Insomma ogni quota pensione sfugge per un soffio. Una maledizione di cui ci si occupa poco.

Quanti anni devono aspettare per la pensione?  Si rischia uno scalone di 5 anni prima di accedere alla pensione di vecchiaia. Ecco perché sono stati anche ribattezzati i nuovi esodati della riforma pensioni.

I requisiti stringenti di Ape Social e Quota 41

Ci sono due misure che, come abbiamo visto più volte, permettono di andare in pensione a 63 anni oppure con molti anni di contributi, indipendentemente dall’età. Sono Ape Social e Quota 41. Entrambe però richiedono requisiti soggettivi che escludono di fatto molti lavoratori.

Abbandonate per questi lavoratori le quote, la strada potrebbe essere quella della pensione anticipata ordinaria? La pensione a 64 anni è per tutti veramente? Quali sono o possono essere gli ostacoli in questo caso?

Il terzo requisito per la pensione anticipata è una ghigliottina

Per rispondere a questa domanda partiamo da un quesito giunto in redazione:”Salve, vi scrivo perché mi hanno rifiutato l’istanza per la pensione anticipata nonostante vi rientrassi per età e contributi.

Ho 64 anni e 25 di versamenti alle spalle. Nel rigetto l’Inps obietta che la mia pensione non raggiungerebbe i 1400 euro al mese minimi richiesti dalla misura. Ma come si può pretendere che chi va in pensione con 20 anni di contributi o poco più abbia maturato 1400 euro di pensione o anche più di quell’importo? Mi sembra che la misuri avvantaggi solamente i redditi alti a questo punto!”

I calcoli Inps sono corretti. C’è un terzo requisito di cui pochi parlano e che invece esclude molti lavoratori dalla pensione a 64 anni anticipata. Molto più di quanto non facciano l’età o il montante contributivo. L’importo della pensione futura infatti dovrebbe essere pari a 2,8 volte l’assegno sociale in vigore. L’importo di quest’ultimo per il 2023 è di 503 euro al mese. A conti fatti ci riporta proprio ai 1400 euro al mese di cui sopra.

La pensione di vecchiaia a 67 anni è un diritto di tutti?

Chiudiamo con un’altra cattiva notizia. Perfino la pensione di vecchia potrebbe slittare per chi non ha contributi prima del 1996. Già perché il contributivo puro per il pensionamento a 67 anni di età richiede, oltre ad aver maturato 20 anni di contributi, il diritto ad un importo mensile pari o superiore a 1,5 volte quell’assegno sociale prima citato. Significa una pensione minima di 754 euro al mese. Chi non raggiunge questa cifra potrebbe dover aspettare i 71 anni per andare in pensione. A quell’età infatti anche i contributivi puri hanno diritto alla pensione indipendentemente dagli altri requisiti (così come per le pensioni a 67 anni dei retributivi).