Il diritto alla pensione si ottiene con almeno 20 anni di contributi. Servono, però, anche 67 anni di età. Questi sono i due requisiti necessari per beneficiare della rendita pubblica. In alternativa, si può lasciare il lavoro anche a 64 anni di età per chi ricade esclusivamente nel sistema di calcolo contributivo.

Ma attenzione, perché questi requisiti non saranno sufficienti per uscire in anticipo. In altre parole, non sono abbastanza per i lavoratori che hanno iniziato a versare i contributi dopo il 1995. In questo caso non bastano 64 anni di età e 20 anni di contributi.

È necessario ottenere una pensione con un importo minimo pari ad almeno 2,8 volte il valore dell’assegno sociale.

20 anni di contributi per andare in pensione

Ma torniamo ai requisiti contributivi minimi per la pensione ordinartia. Come dicevamo, secondo la normativa attuale, per andare in pensione di vecchiaia a 67 anni è necessario aver versato almeno 20 anni di contributi. Con meno anni di versamenti bisogna aspettare i 71 anni di età. Solo in questo caso sarebbe superata la soglia contributiva minima di 20 anni e il requisito dell’importo minimo dell’assegno.

Tuttavia, come accennato sopra, per chi rientra nel sistema esclusivamente contributivo, cioè chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995, 20 anni di contributi potrebbero non essere sufficienti per andare in pensione a 67 anni. Questo perché la normativa impone un vincolo economico tassativo: la pensione maturata deve essere pari ad almeno a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale, cioè 755 euro mensili (riferimento al 2023).

Questa cifra è facilmente raggiungibile per chi può vantare una vita lavorativa normale, piena e continuativa. Ma difficile da raggiungere per i lavoratori occasionali, disoccupati o part-time che hanno alle spalle carriere discontinue. Per queste persone, 20 anni di contributi potrebbero non essere sufficienti per raggiungere il requisito minimo alla pensione, pur avendo almeno 20 anni di contributi.

Uscita anticipata con 20 anni di contributi

Per i lavoratori che ricadono nel sistema contributivo puro, inoltre, esiste anche la possibilità di andare in pensione anche a 64 anni a patto che abbiano versato almeno 20 anni di contributi in tutta la carriera.

La misura si chiama “pensione anticipata contributiva”.

In questo caso il limite della rendita non deve essere inferiore a 2,8 volte l’importo della prestazione sociale. Ciò equivale a circa 1.410 euro al mese (riferiti al 2023), quindi non è proprio per tutti. Allora la domanda che ci poniamo è: quanto dobbiamo versare all’Inps per raggiungere questi parametri?

Per scoprirlo è necessario partire dall’importo contributivo accumulato e applicare un fattore di conversione al montante, che per il 2023 corrisponde al 5,184%. Sicché, per ottenere il diritto alla pensione a 64 anni di età è necessario aver versato contributi per almeno 330.000 euro. Si tratta di una cifra che può essere raggiunta solo con uno stipendio medio molto alto in un periodo di tempo molto breve (20 anni appunto). Quindi questa è una pensione riservata a pochi fortunati.

Paradossalmente una carriera dirigenziale di soli 20 anni di lavoro darebbe diritto alla pensione a 64 anni di età. Ma sono veramente pochi coloro che possono vantare una sistuazione contributiva simile.

Riassumendo…

  • Per andare in pensione con 20 anni di contributi bisogna aver compiuto 67 anni di età.
  • Per i contributivi puri bisogna raggiungere anche un importo minimo di pensione pari a 1,5 volte il valore dell’assegno sociale.
  • Si può andare in pensione anche a 64 anni con 20 anni di contributi, ma solo per i laboratori Contributivi.
  • Per uscire prima bisogna maturare una pensione pari a 2,8 volte il valore dell’assegno sociale