In Italia i pensionati sono più tutelati dei lavoratori. Tradotto, chi lavora subisce maggiormente le conseguenze della crisi e del carovita rispetto a chi non lavora più. Lo conferma l’Istat nel report “condizioni di vita e reddito delle famiglie”.

Nello studio si evidenzia come nel 2021 poco più di un quarto della popolazione è a rischio di povertà o esclusione sociale. Un rischio che è tanto più alto laddove le famiglie con figli sono più numerose. I pensionati risultano, però, più tutelati rispetto ai lavoratori.

Pensionati più tutelati dei lavoratori

Ma perché, di fatto, i pensionati sono più tutelati dei lavoratori in Italia? Prima di tutto perché le rivalutazioni delle pensioni scattano prima rispetto al rinnovo dei contratti di lavoro. Quest’anno, ad esempio sono stati rinnovati contratti di lavoro scaduti tre anni fa. Soprattutto nella pubblica amministrazione. Mentre le pensioni sono rivalutate ogni anno.

Anzi, in base agli ultimi provvedimenti governativi, la perequazione automatica 2023 è stata anticipata per alcuni pensionati a ottobre. Il che pone i pensionati in una posizione di vantaggio contro carovita e inflazione rispetto ai lavoratori.

Questo comporta che il recupero del potere di acquisto delle rendite pubbliche avviene prima rispetto ai salari spostando, di conseguenza, il risparmio maggiormente verso gli anziani. Invece le famiglie con lavoratori risultano più penalizzate.

Lo dimostrano i dati Istat che evidenziano come dal 2007 la perdita complessiva del potere di acquisto resta decisamente ampia per i redditi familiari da lavoro autonomo (-25,3% in termini reali) e lavoro dipendente (-12,6%). Mentre per i redditi netti da pensioni si registra addirittura un aumento del 10%.

Chi paga il conto dell’inflazione

Ma c’è un altro aspetto curioso che vede lo Stato in prima linea a difesa dei pensionati. Recentemente il governo, col decreto Aiuti ter, ha innalzato il livello di impignorabilità delle pensioni a 1.000 euro. Giusto, ben fatto.

Sugli stipendi, invece, non esiste una soglia minima inattaccabile dai creditori. Quindi anche una retribuzione di 500 euro al mese è soggetta a pignorabilità. Lo Stato, dunque, non si è preoccupato di fare la stessa cosa per i lavoratori. Anche questo dimostra che gli stessi sono più vulnerabili. Non solo di fronte a una inflazione galoppante, ma anche verso il fisco e i creditori. I pensionati invece possono dormire sonni tranquilli.

Ovviamente i pensionati sono persone anziane e fragili, che meritano di essere tutelate. Ma è del tutto evidente che chi lavora e produce oggi ha ragione a lamentarsi perché non arriva alla fine del mese. E paga anche in percentuali maggiori degli altri i costi dell’inflazione.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: crollo demografico, bassissima natalità, famiglie senza figli e prodotto interno lordo in calo.