Aprire una partita IVA non è costoso, ma oneroso è mantenerla. Diversi sono, infatti, i costi fissi da sostenere anche a seconda del tipo di attività esercitata.

Se poi trattasi di partita IVA inattiva non è che i costi fissi si riducono. Anzi partita iva inattiva significa anche rischio di accertamenti.

Quanto si parla di partita IVA inattiva

Avere partita IVA inattiva, significa essere titolari della partita IVA senza, tuttavia, movimentarla, ossia senza effettuare, con essa, movimentazioni in entrata e in uscita (acquisti e vendite).

Basta una sola operazione di acquisto o una sola operazione di vendita utilizzando la partita IVA e l’attività si considera movimentate e, quindi, esercitata.

Costi e rischi

Ad ogni modo, avere partita IVA con movimentazione pari a zero non significa, come detto, sottrarsi a quei costi fissi legati all’esercizio di un’attività imprenditoriale o professionale. Anche se non sono effettuati acquisti o vendita, il titolare deve, comunque:

  • presentare la dichiarazione redditi annuale, e ciò anche se il fatturato è zero
  • pagare i contributi INPS fissi sul minimale reddituale (se si è iscritti alla Gestione artigiani e commercianti)
  • versare il diritto camerale annuale (se iscritti al Registro imprese)
  • pagare il commercialista per eventuali consulenze e, comunque, per gli adempimenti obbligatori
  • eventuali costi accessori legati all’attività stessa (utenze, affitto, ecc.).

Si ricorda, inoltre, che laddove l’Agenzia delle Entrate riscontri una partita IVA inattiva per un lungo periodo, può procedere ad accertamenti ed alla chiusura d’ufficio della stessa.

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