Il tema del limite di contanti e gli incentivi ai pagamenti tracciabili è molto attuale per via del piano cashless del governo. A luglio, come molti sapranno, il tetto per i pagamenti in contanti è sceso a due mila euro. Quello che invece non tutti sanno è che esistono limiti anche per i pagamenti con monete. Non tutti gli acquisti, quindi, prevedono pagamenti liberi, quantomeno in Europa.

Quante monete si possono usare quando si paga

Il riferimento legislativo che limita il cd “potere liberatorio dei contanti” (ovvero all’accettazione del denaro come corrispettivo per gli scambi economici) è al regolamento CE 974-98.

La normativa sopra citata si riferisce ai pagamenti in contanti e, più specificatamente, a quelli in moneta.

Appellandosi a questo regolamento i negozianti potrebbero rifiutare in cassa più di 100 euro in alcune situazioni. Per ogni operazione non andrebbero usate più di 50 monete da 2 euro. Il limite scende se si utilizzano per pagare monete di importo inferiore. Se consideriamo il caso limite di monete da un centesimo, il tetto di 50 pezzi corrisponde a 50 centesimi.

Lo scopo della norma è quello di non rallentare le operazioni di cassa per il conteggio delle monete. Il rifiuto è una facoltà, la scelta spetta al creditore. E ovviamente non sono previste sanzioni ma al massimo, appunto, si rischia di vedersi rifiutato il pagamento. Quindi attenzione se rompete il salvadanaio, non è detto che possiate usare tutte le monete risparmiate in un acquisto unico. Meglio chiedere al bar o negozio di fiducia di cambiarvi i soldi piuttosto, che le monete a certi esercizi commerciali fanno sempre comodo per dare il resto. O almeno, così sarà fino a quando non sarà eliminato il contante del tutto! E le prime a sparire probabilmente saranno proprio le monete, a partire da quelle in rame di valore più basso.

Resteranno solo come monete da collezione?