Grazie a Opzione Donna le lavoratrici possono lasciare il lavoro molti anni prima rispetto alla soglia della vecchiaia. Coloro che hanno figli, poi, possono anticipare l’uscita fino a 8 anni. Un bel vantaggio, ma non senza penalizzazione. Lo sa bene il legislatore che ha previsto pesanti riduzioni dell’assegno, così come le lavoratrici che percepiscono assegni ridotti anche del 30 per cento rispetto alle regole ordinarie. Salvo poi lamentarsi che in Italia sono penalizzate rispetto agli uomini.

Un falso problema che ci fa vedere il bicchiere sempre mezzo vuoto.

Ma la legge riserva lo stesso trattamento previdenziale, tanto agli uomini come alle donne, senza distinzioni di sorta. Ma se alle lavoratrici è permesso uscire prima, va da sé che prenderanno meno di pensione rispetto agli uomini. Non c’è alcuna discriminazione in questo senso, perché si tratta di libertà di scelta che, però, agli uomini non è concessa.

Opzione donna è più penalizzante se si hanno figli

Ma torniamo al tema iniziale. Opzione Donna prevede che chi ha figli possa beneficiare di uno sconto sul requisito anagrafico fino a 2 anni. In presenza di un figlio, infatti, si ha diritto ad andare in pensione un anno prima rispetto ai 61 previsti dalla normativa. Con due o più figli, a 59 anni si può già fare domanda di pensione. Per le lavoratrici autonome, serve un anno in più a partire da 62 anni di età.

Ma perché chi ha figli è penalizzato rispetto a chi non ne ha? La risposta è semplice e si basa sul principio che più si anticipa la pensione in base al requisito anagrafico, meno soldi si prendono. Tecnicamente ciò avviene applicando il relativo coefficiente di trasformazione al montante contributivo in base all’età al momento della liquidazione della prestazione.

A parità di contributi, quindi, una lavoratrice che va in pensione anticipata con Opzione Donna a 59 anni prenderà meno di una che ci va a 61 anni.

Pertanto se avere dei figli e sfruttare il “bonus” po’ considerarsi un vantaggio per lasciare prima il lavoro, non lo è dal punto di vista economico.

Opzione Donna, un lusso per poche

Avere dei figli e andare in pensione prima con Opzione Donna è quindi più penalizzante. Con un montante contributivo da 200 mila euro a 35 anni (requisito contributivo minimo da possedere), ad esempio, si ottiene una pensione da 8.756 euro all’anno a 58 anni. Assegno che sale a 9.230 euro a 61 anni di età. Una differenza del 5,4%.

Si dice così che Opzione Donna rappresenti un lusso per poche. Di fatto, le lavoratrici che possono e scelgono di andare in pensione con questo sistema devono mettere in conto una forte penalizzazione economica.

Non tanto dovuta al sistema di calcolo contributivo, come erroneamente si dice, quanto alla “giovane” età della lavoratrice che lascia il lavoro rispetto a tutti gli altri. E’ infatti questo il fattore che penalizza più di tutti la pensione.

Riassumendo…

  • Le lavoratrici con figli possono andare in pensione anticipata con Opzione Donna anche a 59 anni.
  • Rispetto a una donna senza figli, la pensione sarà minore del 5,4% a parità di contributi versati.
  • Opzione Donna contribuisce ad accrescere il gap pensionistico fra uomini e donne.