Dire una parolaccia rivolta verso un’altra persona, alzare il dito medio, urlare, sputare a qualcuno, ma anche dare uno schiaffo, a meno che non leda la reputazione altrui, non è più considerato un reato.

Il decreto depenalizzazioni approvato ad inizio 2016, infatti, porta tra i suoi effetti anche questo.

Secondo quanto sempre espresso che l’ingiuria non va espressa necessariamente con gesti manifesti, ma anche con atteggiamenti che dimostrino il disprezzo (come ad esempio tramite i gesti delle corna o del dito medio alzato).

Un calcio, un buffetto, o anche uno schiaffo, possono non necessariamente contenere atteggiamento ingiurioso: se non è presente la componente della violenza simbolica non si presenta l’ingiuria.

Quando lo schiaffo, la spinta,lo sputo e la parolaccia si configurano come ingiuria?

É necessario che il gesto abbia il fine di arrecare un’offesa morale senza, necessariamente, provocare dolore fisico. L’azione, quindi, deve essere volta all’avvilimento della persona come gesto di disprezzo.

Ingiuria: no alla depenalizzazione

Tra tutti i reati depenalizzati non rientra l’ingiuria. Non rappresenta reato penale, quindi, dire una parolaccia o tirare uno schiaffo ad una persona,  così come sputare in faccia o fare un gestaccio, ma comporta, in ogni caso un illecito civile. Per l’illecito civile, quindi, la vittima può fare causa chiedendo un risarcimento danno. Il responsabile, quindi, potrebbe essere condannato ad una sanzione da 5mila a 10mila euro pur mantenendo la propria fedina penale pulita.