Cambia ancora la Naspi. Dal 2022 per accedere alla indennità di disoccupazione erogata dall’Inps i requisiti di accesso diventano meno stringenti e gli importi un po’ più alti.

Piccole novità che permettono un allargamento della platea dei beneficiari della Naspi. Ma anche assegni più consistenti per effetto della revisione del meccanismo di decalage sui pagamenti mensili.

Naspi, le novità in arrivo dal 2022

La legge di bilancio 2022 cambia sostanzialmente i requisiti di accesso alla Naspi rendendola meno stringente per chi perde il lavoro.

Viene inoltre è esteso il beneficio a nuove categorie di lavoratori finora esclusi, come gli operai agricoli con contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Per quanto riguarda i requisiti, dal 1° gennaio 2022, per avere diritto alla Naspi non è più necessario aver svolto almeno 30 giornate lavorative nei 12 mesi precedenti il periodo di inizio della disoccupazione.

Resta però fermo il possesso di almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti la richiesta. Ad esso deve essere associato lo stato di disoccupazione involontaria che è rilasciato dai Centri per l’Impiego.

Il nuovo sistema di calcolo

Dal 2022 cambia anche il sistema di calcolo della indennità Naspi. Sostanzialmente il meccanismo di decalage che prevede una riduzione dell’assegno Inps del 3% al mese a partire dal quarto di fruizione subisce uno slittamento.

Per chi ha fino a 54 anni di età il decalage scatterà a partire dal sesto mese di pagamento. Mentre per chi ha 55 o più anni al momento della richiesta di Naspi, il decalage scatterà dall’ottavo mese di fruizione dell’indennità.

Resta confermata la durata del sussidio che corrisponde alla metà delle settimane lavorate nel quadriennio precedente alla disoccupazione involontaria (massimo di 24 mesi).

Così come l’importo della Naspi che è pari al 75 per cento della retribuzione media mensile percepita negli ultimi quattro anni, se la retribuzione media mensile è stata inferiore a 1.227,55 euro.

Se, invece, la retribuzione è di importo superiore, al 75% di cui sopra bisogna aggiungere un’ulteriore quota pari al 25% della differenza tra la retribuzione media mensile e l’importo di 1.227,55 euro.

In ogni caso, il limite massimo della Naspi è fissato a 1.335,40 euro mensili.