Minatori e operai addetti a lavorazioni in cave e gallerie possono andare in pensione anticipata. Il diritto per chi svolge questo tipo di lavoro particolarmente faticoso scatta al compimento di 61 anni e 7 mesi se dipendenti. Benché in Italia questa professione è ancata riducendosi con la chiusura di molte miniere, il loro mestiere rientra fra i lavori usuranti che la legge tutela dal punto di vista previdenziale.

Per andare in pensione anticipata è però necessario che risultino versati almeno 35 anni di contributi. Non necessariamente tutti debbono risultare dal lavoro di minatore o addetto a cave e lavori in galleria o sotto terra.

Tuttavia, come vedremo di seguito, buona parte di essi devono risultare da questa attività usurante.

Minatori e addetti a lavori in cave e gallerie in pensione prima

Come detto, il lavoro di minatore e operaio di cave e in galleria rientra tra le attività cosiddette “particolarmente usuranti”, cioè molto faticose e rischiose per la salute. Nello specifico la categoria tutelata dal d.lgs. 67/2011 che regolamenta l’accesso alla pensione anticipata.

La legge prevede per costoro la possibilità di anticipare l’età della pensione a 61 anni e 7 mesi (62 anni e 7 mesi per gli autonomi) se si hanno almeno 35 anni di contributi versati. Per poter accedere a questa opportunità è, però, necessario avere svolto il lavoro di minatore o lavoratore in cave, gallerie o sotterranei per almeno 7 anni negli ultimi 10 di servizio. In alternativa, per 6 anni negli ultimi 7 o per almeno la metà della vita lavorativa complessiva. Anche in via non continuativa.

Quindi possono andare in pensione, ad esempio, anche coloro che attualmente svolgono altri mestieri non usuranti, purché in passato abbiano fatto per almeno 17 anni e 6 mesi i lavori di cui sopra. Così come gli operai specializzati che per molti anni hanno fatto altro nella vita ma durante gli ultimi 6 si sono dedicati a lavori in cave, miniere o in galleria.

Come si presenta la domanda all’Inps

La domanda di pensione anticipata deve essere presentata all’Inps entro il 1 maggio 2023 per via telematica. Si tratta per l’esattezza di una istanza di verifica dei requisiti maturati o maturandi nel corso del 2024. L’istanza dovrà essere corredata (modello “AP45”) da tutta la documentazione comprovante il tipo di attività svolta e la durata.

Non è quindi una vera e propria domanda di pensione, ma una richiesta di ricognizione dei requisiti speciali che l’Inps verificherà con attenzione. Qualora l’Istituto di previdenza fornirà riscontro positivo, sarà cura del lavoratore presentare successivamente la domanda di pensione.

Le istanze pervenute dopo il 1 maggio 2023 saranno comunque accettate dall’Inps. Ma bisognerà considerare il differimento del pagamento della pensione pari a uno, due o tre mesi rispettivamente a seconda se la domanda è presentata dal 2 maggio al 1° giugno 2023; dal 2 giugno al 31 luglio 2023; oppure dopo il 1° agosto 2023.

Riepiloghiamo i requisiti che bisogna possedere per andare in pensione in anticipo avendo svolto il mestiere di addetto alla lavorazione di materiali con amianto. Essi sono: