Medici al lavoro oltre la pensione. I professionisti sanitari potranno scegliere di ritardare la pensione o di lavorare ancora pura avendola già ottenuta fino a 72 anni di età. La novità è contenuta nel decreto Milleproroghe che consente ai medici di poter lavorare oltre l’età pensionabile o di essere richiamati in servizio se già in pensione.

Una misura atta contrastare la carenza dei camici bianchi e per consentire un graduale passaggio di consegne alle nuove leve che nel nostro Paese mancano.

I medici che accetteranno di proseguire l’attività o di essere richiamati in servizio anche con nuovi incarichi, però, non potranno ricoprire incarichi dirigenziali. Si dovranno occupare anche di formazione e tutoraggio, così come previsto dal decreto.

Medici al lavoro oltre la pensione

L’età della pensione per i medici, quindi, resta ferma a 68 anni, ma – in base alle nuove disposizioni governative – potranno tornare a lavorare per altri 4 anni se lo desiderano. Come si legge nel dispositivo che dovrà essere convertito in legge dal Parlamento, l’operazione si rende necessaria

“per far fronte alle esigenze di formazione e tutoraggio soprattutto per i medici con contratto di formazione specialistica e per fronteggiare la grave carenza di personale le aziende del Servizio sanitario nazionale”.

Questa novità interesserà i medici del Ssn solo per gli anni 2024 e 2025, ma non è detto che possa essere prorogata anche in futuro viste le necessità e la carenza di personale sanitario. Nei prossimi anni è infatti prevista una grossa ondata di pensionamenti di medici e infermieri che lascerà scoperto il servizio un po’ dappertutto nel nostro Paese. In questo modo i medici potranno anche evitare i tagli alle pensioni previsti dalla manovra di bilancio 2024.

Medici in pensione a 68 anni

Ricordiamo che la pensione dei medici più o meno le stesse regole delle pensioni ordinarie riservate alla generalità dei lavoratori.

L’età ordinaria per lasciare il lavoro per i camici bianchi è però di 68 anni (pensione di vecchiaia), un anno in più rispetto al resto dei lavoratori.

Altro requisito da possedere per andare in pensione di vecchiaia è aver versato almeno 5 anni di contributi durante la carriera lavorativa. Diversamente, se un medico ha cessato l’attività prima, deve possedere almeno 15 anni di versamenti.

E’ tuttavia possibile rinviare la pensione di due anni, cioè fino al compimento dei 70 anni, ma solo se si prosegue il versamento dei contributi in misura fissa (oltre 1.500 euro all’anno), peraltro deducibili in dichiarazione dei redditi.

Anche per i medici iscritti all’EMPAM esiste la possibilità di lasciare il lavoro in anticipo, ma con penalizzazione. A tal proposito esistono due opzioni:

  • pensione anticipata a 65 anni con almeno 20 anni di contributi versati, ma interamente calcolata con il sistema contributivo:
  • pensione anticipata a 62 anni con almeno 35 anni di contributi versati o con 42 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica.

L’importo della rendita è calcolato con il sistema chiamato “contributivo indiretto a valorizzazione immediata ENPAM” molto simile al metodo retributivo. La formula è complicata, ma qui basta sapere che la pensione è data dalla moltiplicazione tra gli anni di versamento e il coefficiente di rendimento (oggi al 1,25%).

Ad esempio: 40 anni di versamenti daranno 50. La pensione annua sarà il 50% del reddito medio dell’iscritto. Tale percentuale rappresenta il tasso di sostituzione della retribuzione media del medico. A titolo di esempio, a fronte di un reddito di 100.000 euro spetta una pensione annua di 50.000 euro.

Riassumendo…

  • I medici potranno continuare a lavorare fino a 72 anni di età su base volontaria.
  • Anche i medici già in pensione possono proseguire l’attività lavorativa per altri 4 anni.
  • I medici vanno in pensione generalmente al compimento dei 68 anni di età.