Una delle maggiori preoccupazioni dei lavoratori con contratto part time è quanto il proprio contratto di lavoro possa influire negativamente sui contributi previdenziali.

Un anno di lavoro part time vale quanto un anno di lavoro full time a livello pensionistico?

Quali sono gli effetti a livello previdenziale dei lavori svolti in part time? I lavoratori part time possono andare in pensione alla stessa età di quelli full time?

E’ bene chiarire che per il diritto al conseguimento alla pensione di vecchiaia o alla pensione anticipata, il tempo di lavoro richiesto nel part time non è diverso da quello richiesto nel full time.

Un anno di lavoro part time, infatti, vale quanto un anno di lavoro full time a patto che si soddisfi il requisito della retribuzione che deve essere pari al minimale previsto, annualmente, dall’Inps.

Per l’anno 2014, per esempio, il minimale è stato fissato a 10.418 euro l’anno che equivalgono a 867 euro al mese e a 200,35 euro a settimana.  Per il 2015 il minimale contributivo è fissato a 10.440 euro annui, pari a 870 euro mensili e a 200,76 euro a settimana.

Se un lavoratore, quindi, pur lavorando part time percepisce una retribuzione che non scende al di sotto dei minimali fissati dall’Inps per ogni anno, avrà garantita la copertura contributiva per tutte le 52 settimane e  aggiungerà, per ogni anno lavorato in part time, un anno di contributi utili alla propria posizione previdenziale.

Se la retribuzione, invece, risulta essere inferiore a quella fissata dai minimali contributivi Inps annuali, il lavoratore part time non avrà diritto all’accredito di tutte le 52 settimane ai fini pensionistici. Saranno riconosciute al lavoratore settimane calcolate in proporzione alla retribuzione ricevuta.

Al riguardo potrebbe interessarti anche: Lavoro Part time: a chi spetta e chi ha la priorità