Ancora poco tempo per poter andare in pensione con quota 41 per lavoratori precoci. Scade infatti il 30 novembre 2022 il termine per presentare domanda di pensione per il 2022. Prerogativa riservata ai lavoratori che hanno iniziato a lavorare presto. Indispensabile aver lavorato almeno 41 anni durante la carriera lavorativa, indipendentemente dall’età anagrafica. Ma questo non è il solo requisito che serve per poter lasciare il lavoro. Occorre trovarsi anche in una condizione sociale particolare, come vedremo più avanti.

Lavoratori precoci domande entro il 30 novembre

Altro requisito indispensabile, in base alla legge n.

232 del 2016, è quello di aver versato almeno 12 mesi di contributi prima del compimento dei 19 anni di età e prima del 1996. Caratteristica che contraddistingue i lavoratori precoci da tutti gli altri lavoratori. Quota 41 è, quindi, una forma di pensionamento anticipato, in deroga alle regole della riforma Fornero, che permette di lasciare il lavoro prima del raggiungimento dei 67 anni di età. Fino al 2026 potrà essere sfruttata in base ai requisiti anagrafici e contributivi appena descritti. Poi qualcosa potrebbe cambiare in base alla revisione sull’aspettativa di vita. L’incremento del requisito contributivo, tuttavia, sarebbe di soli 2 mesi ogni due anni. Sempre che l’aspettativa di vita aumenti dopo il 2026. Quindi, ai lavoratori precoci potrebbero essere necessari 41 anni e 2 mesi di contribuzione per poter andare in pensione.

La domanda di pensione

La domanda di pensione con Quota 41 va presentata entro il 1 marzo 2022 e serve ad accertare la sussistenza dei requisiti. Non è necessaria l’interruzione del rapporto di lavoro. Soddisfatti i requisiti, è concessa la pensione anticipata a coloro che hanno iniziato a lavorare in età precoce, magari rinunciando a percorsi formativi o di studio per necessità economiche. Oltre il 30 novembre 2022, la domanda di verifica è comunque accettata, ma non è detto che l’ente di previdenza poi riconosca subito la pensione. La liquidazione è concessa, infatti, solo nell’ambito di specifici vincoli di bilancio annuali.

Pertanto se i fondi risultassero insufficienti il lavoratore, benché in possesso dei requisiti, potrebbe subire ritardi. La finestra d’uscita per la pensione lavoratori precoci si apre 3 mesi dopo la maturazione del requisito contributivo, cioè dopo il versamento effettivo di 2.132 settimane.

Altri requisiti da possedere

Per beneficiare del diritto alla pensione con quota 41 è necessario far valere anche un altro requisito, uno stato sociale precario o di disagio:

  • trovarsi in stato di disoccupazione a seguito di perdita involontaria del posto di lavoro e risultare disoccupati da almeno tre mesi dall’evento:
  • assistere da almeno sei mesi un parente di primo grado o il coniuge affetto da handicap grave;
  • avere capacità lavorativa ridotta accertata ai fini dell’invalidità civile pari o superiore al 74;
  • svolgere attività lavorative usuranti da almeno sei anni negli ultimi sette prima della domanda di pensione;
  • essere lavoratori dipendenti addetti alle attività usuranti o ai lavoratori notturni con almeno 64 notti lavorate l’anno.

Lavoratori precoci e cumulo contributi

Il requisito minimo dei 41 anni può essere raggiunto anche cumulando i contributi nelle varie gestioni previdenziali. Del resto sono pochi i lavoratori che hanno lavorato per così tanto tempo presso un solo datore di lavoro. In questo caso, però, scattano delle differenze in termini di decorrenza della pensione. I lavoratori che perfezionano i requisiti dal 1° gennaio conseguono il diritto alla decorrenza della pensione dopo tre mesi dalla maturazione dei requisiti. Mentre coloro che maturano i requisiti dal 1° gennaio cumulando i periodi assicurativi, conseguono il diritto alla decorrenza della pensione dal primo giorno del mese successivo all’apertura della finestra.

Importo della pensione

L’importo della pensione è calcolato applicando il coefficiente di trasformazione del montante contributivo in base all’età anagrafica. Essendo quota 41 per lavoratori precoci erogabile indipendentemente dall’età, vale la regola che la pensione sarà più alta quanto maggiore è l’età del lavoratore.

Per il resto vale il sistema di calcolo misto della pensione. Cioè quello che è applicato al montante contributivo in base al periodo di versamento dei contributi. Per i periodi lavorati prima del 1966 varrà il sistema di calcolo retributivo, basato sulla media delle retribuzioni percepite negli ultimi anni. Per i periodi lavorati dopo il 1996 si terrà conto solo dei versamenti rivalutati nel tempo ai quali verrà applicato il coefficiente di trasformazione.