Se non fosse per il triste primato dell’evasione fiscale, l’Italia potrebbe permettersi di detassare il lavoro del 50% e mandare in pensione tutti a 60 anni.

Invece, deteniamo il record assoluto di evasione fiscale e un debito pubblico monstre. Non solo in Europa, ma a livello planetario. In quanto a tasse non pagate, nel complesso, siamo dietro solo a Turchia, Brasile e Messico.

Evasione fiscale, Italia prima in Ue

Stando ai dati ufficiali, secondo la Commissione Ue, nel 2019 l’Italia si conferma prima per evasione fiscale di Iva in valore nominale.

Le perdite riguardano in particolar modo il mancato incasso di imposte per oltre 30 miliardi all’anno.

Ma abbiamo anche un altro triste primato: il divario fra gettito previsto e riscosso che ammonta al 23,1%. Peggio di noi in Europa fanno solo Romania (34,9%), Grecia (25,8%), Malta (23,5%) e Lituania (21,4%).

Nonostante ciò e grazie alla digitalizzazione e ai pagamenti con moneta elettronica, il livello di evasione fiscale sta scendendo. Ma ancora troppo lentamente. Ci sono, purtroppo, ancora situazioni dove è difficile tracciare i pagamenti e quindi recuperare l’Iva. Soprattutto al Sud dove l’utilizzo del contante resta predominante.

Grazie a fatturazione elettronica e split payment il gap tra gettito previsto e introiti effettivi si è ridotto dal 24,5% al 21,3%.

Nessun segnale tangibile dal governo

Secondo i sindacati, il miglioramento alla lotta all’evasione fiscale è ancora a un punto morto. L’Italia continua tristemente ad indossare la maglia nera in Europa per l’evasione dell’Iva: 30 miliardi all’anno che rappresentano l’ammontare dell’attuale legge di bilancio. Lo ha dichiarato Domenico Proietti, segretario confederale Uil, il quale aggiunge che si tratta di

“una situazione inaccettabile che bisogna aggredire dispiegando una volontà politica di contrasto all’evasione fiscale che finora è del tutto assente”.

È necessario che il governo Draghi segni una discontinuità, indicando subito gli strumenti per operare.

La Uil suggerisce in proposito tre strumenti. In primo luogo prevedere il versamento dell’Iva direttamente all’atto del pagamento di un bene, o di un servizio, tramite strumenti tracciabili.

In secondo luogo introdurre meccanismi che impediscano le frodi Iva negli acquisti tra operatori. Infine estendere gli obblighi formali, come quelli inerenti la fatturazione elettronica, anche a chi oggi ne è esente.