Col primo gennaio 2023 andare in pensione anticipata sarà più difficile. Con la scadenza di Quota 102 a fine dicembre si riducono infatti le opzioni per lasciare il lavoro prima dei 67 anni di età.

In assenza di una riforma pensioni last minute che eviti il ritorno integrale alla Fornero, restano quindi ancora le possibilità per uscire con le opzioni attualmente in vigore. In particolare con Ape Sociale, Opzione Donna e Quota 102.

Come si andrà in pensione nel 2023

Considerato che Quota 102 scadrà a fine anno, cosa rimane per il 2023? Le strade percorribili si riducono a due.

La pensione di vecchiaia a 67 anni di età con almeno 20 di contributi o quella anticipata con 41-42 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica. Non ci sono altre soluzioni, se non quelle previste per i lavoratori usuranti.

Restano, poi, due deroghe in scadenza che potrebbero essere rinnovate: Ape Sociale e Opzione Donna. Per queste due opzioni, però, si deve attendere il via libera del Parlamento. E il dubbio che qualcosa possa cambiare da qui a fine anno nella legge di bilancio c’è.

Se Ape Sociale quasi sicuramente sarà prorogata e forse ampliata, Opzione Donna resta ancora materia di discussione. Più che altro per il requisito anagrafico di uscita a 58-59 anni, ritenuto troppo basso in relazione alle aspettative di vita di oggi. Da più parti, a cominciare da Alberto Brambilla, esperto di previdenza e presidente di Itinerari Previdenziali, si auspica da tempo un innalzamento della soglia anagrafica a 60-61 anni.

Da Quota 102 a Quota 103 per evitare la Fornero

Quasi sicuramente, invece, Quota 102 (in pensione a 64 anni con 38 di contributi) non sarà prorogata dopo il 31 dicembre 2022. Quindi, con la fine dell’anno si esaurirà l’opzione che prevede il pensionamento anticipato a 64 anni con almeno 38 di contributi.

Al suo posto potrebbe però arrivare Quota 103. Una via di mezzo fra Quota 102 e la pensione di vecchiaia o anticipata secondo i requisiti stabiliti dalla Fornero.

Una misura intermedia che potrebbe diventare più flessibile rispetto a Quota 102 consentendo di andare in pensione a 64-65 anni con 38-39 anni di contributi.

Secondo gli esperti che avevano studiato la riforma pensioni già lo scorso anno, questa opzione rappresenterebbe il gradino successivo a quota 102 per mitigare lo scalone con le regole ordinarie creatosi con la fine di Quota 100.

Tuttavia, se Quota 102 ha dato quest’anno la possibilità di andare in pensione qualche anno prima a poche migliaia di lavoratori, Quota 103 non cambierà molto le cose. Per il prossimo anno i numeri attesi da Quota 103 non sarebbero tanto maggiori.