Da quota 100 ad Ape Sociale super per andare in pensione a 63 anni, il passo sembra breve. Il governo, come anticipato da più parti, sta lavorando a una nuova forma di pensionamento anticipato a partire dal 2022.

Si punta per questo ad allargare uno strumento che già esiste: Ape Sociale. Non si tratta di un vero e proprio pensionamento, ma di uno scivolo con limite di importo e a condizioni sociali ben circoscritte. Tali da consentire l’uscita dal lavoro 4 anni prima rispetto ai 67 previsti dalla Fornero.

In pensione a 63 anni dal 2022

Per il dopo quota 100 non ci sarà quindi più una nuova forma di pensionamento anticipato. Bensì il riscorso ad Ape Sociale allargata (pensione a 63 anni). Cosa significa? In pratica si vuole estendere il beneficio, finora riservato ad alcune categorie di lavoratori, anche ad altri.

La platea verrebbe così allargata a diverse categorie di lavoratori finora escluse. Per questo ha ripreso l’attività della commissione lavori gravosi istituita nel 2018 dal governo Gentiloni e rimasta non operativa fino alla primavera scorsa.

I nuovi lavori usuranti dovrebbero così passare da 15 a 55, ma l’elenco completo è ancora in fase di definizione. Fra i nuovi lavoratori gravosi troviamo comunque gli insegnanti delle scuole primarie di primo grado, i bidelli, i conducenti di autobus, i forestali, i magazzinieri, i portantini, i macellai.

Con Ape Sociale, 1.500 euro al mese

L’obiettivo velato del governo è quello di far passare una penalizzazione mascherata della pensione a 63 anni. Ape Sociale prevede infatti che sia erogata una indennità mensile non superiore  a 1.500 euro lordi, fino al raggiungimento dell’età pensionabile.

Solo allora si avrà diritto alla liquidazione della pensione vera e propria in base ai contributi versati. Un calcolo che quindi penalizzerà coloro che si aspettano un assegno più alto di 1.500 euro.

Ricordiamo, poi, che Ape Sociale consente ai lavoratori in difficoltà sociale di lasciare il lavoro a 63 anni possedendo determinati requisiti e almeno 30 anni di contributi.

Fra questi:

  • essere in stato di disoccupazione;
  • assistere da almeno sei mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità:
  • essere riconosciuto invalido dalle commissioni di invalidità civile almeno al 74%;
  • svolgere alla data della domanda di Ape sociale da almeno 6 anni in via continuativa una o più delle attività gravose previste dalla legge (in questo caso servono 36 anni di contributi).