Meno tasse sulla benzina in Liguria. La Regione ha tolto l’imposta regionale, pari a 2 centesimi al litro, a partire dal 1 gennaio 2021. Il provvedimento si inserisce in un quadro normativo atto ad alleggerire il peso fiscale sui mezzi di trasporto.

Come noto sul prezzo dei carburanti (e non solo) gravano un sacco di imposte dette “accise”. Dette tasse fanno lievitare, insieme all’Iva, il costo dei carburanti di oltre i due terzi rispetto al presso della materia prima importata, raffinata e distribuita.

Una di queste accise è di competenza delle Regioni e può essere applicata o rimossa a discrezione dell’ente locale.

In Liguria meno tasse sulla benzina

La Regione Liguria ha tagliato l’imposta, nella misura di propria competenza, per 2 centesimi al litro ritenendola non più necessaria. Non è molto, ma è un intervento significativo che va incontro alle esigenze degli automobilisti alle prese con una crisi economica senza precedenti dal secondo dopoguerra.

Con questa misura – spiega il presidente di Regione Liguria Giovanni Toticontribuiamo a diminuire la pressione fiscale e consentiamo ai distributori di abbassare il costo della benzina di 2 centesimi al litro. Si tratta di una quota sicuramente contenuta rispetto all’ammontare complessivo delle tasse sul carburante, ma che va comunque a sgravare il costo della benzina, su cui pesano accise decennali”.

Da questo punto di vista Regione Liguria si è impegnata a fare la sua parte, portando il più rapidamente possibile il provvedimento in Giunta” conclude il governatore.

Altre Regioni pronte a seguire?

Altre regioni italiane sarebbero pronte a seguire il provvedimento della Liguria. Resta però da valutare quanto possa pesare a bilancio un intervento simile e se le casse dell’ente locale possono permettersi un taglio sulle entrate per accise da carburanti.

Ricordiamo che non tutte le Regioni applicano le accise sulla benzina. Queste sono state introdotte in passato per far fronte a diversi fabbisogni straordinari, come terremoti o alluvioni.

La Liguria la introdusse dopo la grande alluvione del 2014, ad esempio e ora l’ha tolta. La Toscana, invece, per gli stessi motivi, ancora la mantiene.

Benché tali provvedimenti siano nati con caratteristiche temporanee, in molti casi le imposte sono rimaste nel tempo e non più rimosse. In particolare quelle nazionali, come le accise sulla guerra di Etiopia del 1935-36 che i contribuenti continuano a versare nella casse dello Stato a distanza di 90 anni.

Tutte le accise regionali sulla benzina

Il gettito delle accise regionali sulla benzina ammonta nel suo complesso a più di 23 miliardi di euro all’anno. Le regioni, ad eccezione della Liguria, che applicano l’addizionale regionale sulle accise (euro al litro al netto di Iva) sono:

  • Calabria               0,02580
  • Campania           0,02580
  • Lazio                    0,02580
  • Marche                0,07580
  • Molise                 0,02580
  • Piemonte            0,02580
  • Puglia                   0,02580
  • Toscana              0,05000
  • Umbria                0,04000

E quelle nazionali

Ma più di tutti, sul prezzo della benzina, incidono le accise nazionali, fra le più alte in Europa. Secondo una recente rilevazione, il prezzo medio italiano della benzina è più caro della media dei Paesi dell’area Ue di 16,1 centesimi euro al litro. Di questi, 11,6 sono tasse e 4,5 centesimi è la differenza di prezzo industriale. Mentre per il gasolio questa incidenza è di 16,5, di cui 15,2 centesimi sono tasse e appena 1,3 centesimi è il divario sul prezzo industriale. Sul carburante, in Italia, pesa infatti l’innumerevole presenza di accise (ben 17). Vediamole tutte:

  • 0,000981 euro: finanziamento per la guerra d’Etiopia (1935-1936)
  • 0,00723 euro: finanziamento della crisi di Suez (1956)
  • 0,00516 euro: ricostruzione dopo il disastro del Vajont (1963)
  • 0,00516 euro: ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze (1966)
  • 0,00516 euro: ricostruzione dopo il terremoto del Belice (1968)
  • 0,0511 euro: ricostruzione dopo il terremoto del Friuli (1976)
  • 0,0387 euro: ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia (1980)
  • 0,106 euro: finanziamento per la guerra del Libano (1983)
  • 0,0114 euro: finanziamento per la missione in Bosnia (1996)
  • 0,02 euro: rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri (2004)
  • 0,005 euro: acquisto di autobus ecologici (2005)
  • 0,0051 euro: terremoto dell’Aquila (2009)
  • da 0,0071 a 0,0055 euro: finanziamento alla cultura (2011)
  • 0,04 euro: emergenza immigrati dopo la crisi libica (2011)
  • 0,0089 euro: alluvione in Liguria e Toscana (2011)
  • 0,082 euro (0,113 sul diesel): decreto “Salva Italia” (2011)
  • 0,02 euro: terremoto in Emilia (2012)