Con la chiusura del secondo trimestre del 2021 scatta l’imposta di bollo sui conti correnti. Lo Stato fa così incetta di soldi su quella che è considerata una patrimoniale ricorrente per il solo fatto di possedere un conto corrente.

Nata nel 1972, non è mai stata abolita e all’estero non si paga. L’imposta di bollo sui conti correnti e libretti postali è quindi una tassa dovuta da 50 anni per ogni rapporto bancario e postale attivo. Colpisce tutti i conti sia personali che cointestati o aziendali.

Per le persone fisiche la tassa vale 34,20 euro all’anno, mentre per le aziende 100,00 euro all’anno.

Imposta di bollo, come si calcola

Le banche normalmente frazionano la tassa con cadenza trimestrale. Ecco perché con l’elaborazione dell’estratto conto corrente del 30 giugno 2021 scatta l’addebito di 8,55 euro (25 euro per i conti aziendali). Il pagamento avviene solitamente i primi giorni di luglio.

A volte l’imposta viene addebitata con cadenza annuale o anche semestrale, in base a quando è trasmesso al cliente l’estratto conto periodico. Più precisamente, la legge spiega che

 “l’estratto conto o il rendiconto si considerano in ogni caso inviati almeno una volta nel corso dell’anno anche quando non sussiste un obbligo di invio o di redazione. Se gli estratti conto sono inviati periodicamente nel corso dell’anno, l’imposta di bollo dovuta è rapportata al periodo rendicontato”.

Casi di esenzione

L’imposta di bollo sul conto corrente bancario o postale è quindi una tassa fissa e non dipende da quanti soldi si tengono depositati o si movimentano sul conto. Si paga per il solo fatto di possedere un conto corrente. Così vale anche per il deposito titoli.

Tuttavia, se la giacenza media del periodo di rendicontazione è inferiore a 5.000 euro, l’imposta di bollo non è dovuta. Soglia che vale anche per i libretti e conti correnti postali.

Una ulteriore deroga al pagamento del balzello di Stato sul conto corrente è data dalle capacità reddituali del soggetto. In base alla normativa, coloro che hanno un Isee inferiore a 7.500 euro all’anno sono esentati dall’applicazione dell’imposta di bollo.