Il canone RAI è forse una delle tasse più odiate dagli italiani, in quanto deve essere pagato a prescindere dell’effettivo utilizzo del servizio. La destra si è sempre battuta per il superamento dell’attuale balzello, in alcuni casi (Vedi Matteo Salvini) proponendo di eliminarlo una volta per tutte. Sicuramente, dal prossimo anno assisteremo ad una vera e propria rivoluzione di questa tassa. Il governo, infatti, si è impegnato nei confronti dell’Unione Europea, all’interno del cosiddetto Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), ad eliminarlo dalle utenze della luce, in quanto rappresenta un onere improprio, cioè non riferibile al consumo effettivo di energia elettrica.

Oltre a questo, c’è un altro problema da affrontare: secondo il presidente della RAI, Carlo Fuortes, l’importo del canone sarebbe troppo basso, soprattutto in rapporto al servizio offerto dall’azienda. Così, negli ultimi giorni, sta facendo tanto discutere un’indiscrezione secondo la quale si starebbe pensando di far pagare il canone rai anche ai possessori di smartphone e tablet. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Perché si chiede di aumentarlo?

L’importo del canone (salvo esenzioni) è pari a 90 euro l’anno e il pagamento avviene mediante addebito sulle bollette elettriche in dieci rate mensili da 9 euro ciascuna, da gennaio a ottobre.

Di questi 90 euro, la Rai riceve soltanto 74 euro, in quanto lo stato trattiene per sé una percentuale di gettito. Troppo pochi, secondo alcuni osservatori, per continuare ad offrire un servizio di qualità e nel rispetto degli obblighi che la stessa Rai è tenuta a svolgere.

Secondo l’AD dell’azienda, Carlo Fuortes, il servizio pubblico italiano è complessivamente sottofinanziato. Inoltre: “Il finanziamento del servizio pubblico è un prerequisito indispensabile, deve essere cioè tale da non porre la società in una condizione di “minorità”, tale da impedire di rispettare l’essenziale principio di indipendenza che costituisce la qualità che connota la costituzione dei servizi pubblici e la loro capacità di agire.

È indubbio, conclude l’Ad Rai, che il finanziamento debba essere commisurato e adeguato agli obblighi assegnati, stabile e trasparente”.

Perché si sta pensando alla proposta del Canone RAI sul telefonino?

Per continuare a sostenere la RAI, anche dopo l’uscita del canone dalla bolletta elettrica, si starebbe pensando anche alla possibilità, ha spiegato Fuortes, di un “ampliamento del perimetro di applicazione del canone ai device multimediali (con opportuni accorgimenti)”.

La ratio di questa proposta è semplice, come i televisori, anche gli smartphone e i tablet sono strumenti con i quali è ormai possibile accedere ai contenuti RAI.

Ad ogni modo, lo vogliamo specificare, lo stesso Fuortes ha anche chiarito quanto segue:

In realtà l’ampliamento del perimetro di applicazione del canone ai device multimediali interesserà una percentuale dell’utenza complessiva al momento piuttosto ridotta che non impatta sugli utenti perché non impatta nemmeno su Rai.