Quanto spenderebbe la Juventus per ingaggiare Guardiola, considerato da molti l’allenatore più forte del mondo al momento? E perché ne parliamo nella sezione Fisco. Perché, come anticipato nel titolo, parte del compenso per il tecnico catalano potrebbe essere coperta dalle agevolazioni fiscali. E non solo per Guardiola: Inter e Roma potrebbero chiudere l’accordo con Conte usufruendo dello stesso sconto previsto nel “Decreto Crescita” (il Decreto legge n. 34 è stato pubblicato lo scorso 30 aprile nella Gazzetta Ufficiale). Vediamo meglio perché.

Sconti fiscali: oltre ai cervelli rientrano in Italia allenatori e calciatori?

L’ex ct della nazionale, avendo allenato il Chelsea  dal 2016 al 2018, potrebbe rientrare perfettamente nelle disposizioni normative in esame. Ricordiamo che, dal dal 1° maggio scorso, chi dopo due anni di lavoro all’estero (anche senza iscrizione all’Aire, Anagrafe italiani residenti all’estero), decide di rientrare in Italia per lavoro, sarà tassato solamente sul 30% del compenso da lavoro dipendente per i primi 5 anni dal rientro, a condizione che rimanga per almeno 24 mesi nel nostro Paese.

Alcuni numeri ci aiutano a comprendere meglio la portata di questa misura del Decreto crescita: prima avere Conte in panchina sarebbe costato ad un club di Serie A circa 20 milioni all’anno (basando il calcolo su una retribuzione netta di 10 milioni). Dal 2019 (a meno che intervengano correttivi alla normativa in fase di conversione in Parlamento), invece, la spesa sarà tra i 12 e i 13 milioni, proprio perché sarà tassato al 43% soltanto il 30% del reddito.

Nel titolo abbiamo fatto riferimento anche ad uno sconto maggiore per il Napoli: per il Sud infatti il beneficio è anche più grande perché le ritenute si applicherebbero solo al 10% dell’ingaggio. In pratica alla panchina del Napoli (o del Lecce in procinto di tornare in A) Conte costerebbe 11-12 milioni di euro.

La normativa, al momento, non fa riferimento a ruoli direttivi quindi, sempre salvo correttivi, non è da escludere che lo sconto fiscale riguarderà anche per alcuni calciatori dall’ingaggio alto.

E’ il caso, ad esempio, di Marco Verratti, al Paris Saint Germain dal 2012.

Il dubbio è: potrà essere applicato anche per giocatori o allenatori stranieri? Alla lettera al momento neppure questo è da escludere. Il testo del “Decreto Crescita”  fa riferimento in modo ampio e generico al requisito della non residenza in Italia da 2 anni.

Chi ha seguito il “caso Beckham” non potrà non fare un parallelo con la riduzione dell’aliquota al 24% per i lavoratori stranieri trasferitisi in Spagna tra il 2005 e il 2010. Ma, se fosse confermata, l’agevolazione di cui usufruirebbe Conte sarebbe ancora più conveniente sotto il profilo fiscale anche perché non sono previste soglie di sbarramento (in Spagna invece bisognava guadagnare almeno 600 mila euro).

Ma senza tornare così indietro nel tempo, vi riproponiamo quanto avevamo detto per Cristiano Ronaldo alla Juventus. 

L’interpretazione più estensiva della norma renderebbe sogni (meno) proibiti l’ingaggio di personaggi del calibro di Guardiola, Neymar e Messi in squadre italiane.