Approvata la legge sugli home restaurant: requisiti e controlli dal 2017 diventeranno più rigidi. Ecco che cosa cambia.

Aprire un ristorante in casa: registrazione e limiti ospiti e incassi

Prima di tutto tutte le attività di questo tipo dovranno essere inserite in una piattaforma digitale riservata proprio all’organizzazione di eventi enogastronomici. Le cene saranno considerate saltuarie se non superano i 500 coperti e 5.000 euro di incasso annui (altrimenti gli home restaurant sono euiparati ad impresa) e i proprietari di casa saranno tenuti a rispettare le norme amministrative SCIA e HACCP.

Parametri ben precisi anche per i locali: dovranno essere conformi alle regole urbanistiche di abitabilità e di igiene come stabilito dalla normativa vigente.

La legge serve a colmare una lacuna legislativa inammissibile ora che, in Italia, il business dietro ai ristoranti domestici ha superato i 7 milioni di euro di fatturato.

Ma ora che la legge c’è e si appresta ad essere imposta, sembra che, in un certo senso, sia “stato fatto perfino troppo” portando a risultati paradossali. Si fissa ad esempio il limite di incasso a 5 mila euro annui, evidenziando il carattere non imprenditoriale dell’attività di home restaurant, però al tempo stesso si chiede ai gestori di dotarsi della certificazione di agibilità, gli si impone l’obbligo di comunicazione ai Comuni delle unità immobiliari registrate sulle piattaforme digitali di intermediazione e di accettare clienti con almeno trenta minuti di anticipo e altri vincoli che diventano così ancora più restrittivi rispetto a quelli fissati per i ristoratori veri e propri.

Non convince neppure l’obbligo di pagamento con metodo tracciabile visto che le attività di home restaurant sono già tassate come attività saltuarie di impresa.

La norma inoltre ha una previsione bizzarra: proibisce allo stesso titolare di abbinare l’attività di home restaurant con quella di Airbnb.